Iorio vs Toma. Il fratricidio dei due galli combattenti, arbitra Giorgia Meloni

Il 12 giugno segna l’anteprima di battaglie elettorali mai prima d’ora svolte in un clima di guerra. Si comincia con i 5 referendum e con le amministrative in mille Comuni, tra cui 26 capoluoghi che forniranno risultati di rilevanza politica. Poi, tra 8 mesi, avremo l’Election Day nazionale abbinato alle regionali di Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Lazio e Molise.

Nella nostra regione il centro-sinistra è ancora in cerca di autori e di se stesso entro un campo progressista Pd-M5S allargato a nuove realtà civiche di ispirazione isernina.
Nel centro-destra invece i giochi sono iniziati precocemente con le auto-ri-candidature di due galli da combattimento dello stesso pollaio: Donato Toma e Michele Iorio.

Toma è perfetto nel suo non essere un granché, suona la chitarra, è abbagliato da Berlusconi, si cura nell’abbigliamento, senza pochette come Conte e ha il suo cerchio magico risiede a Venafro, provincia di Arcore.
Iorio, che è il cerchio magico di se stesso, sogna di tornare sul trono del suo perduto reame ed è perfetto nei panni del Marchese del Grillo (“io so io e voi non siete un c***o”). Da italiano in puntuale soccorso dei vincitori, ora i suoi panni li risciacqua e asciuga sotto la fiamma del partito della fiamma, e chissenefrega di quel suo storico “peccato originale”.

Ai bei tempi del suo reame, Iorio fu soprannominato “Babbo Natale e “Giove pluvio” per la munificenza con cui distribuiva prebende e incarichi clientelari, poi raccontati in un libro di 500 pagine a firma di Vinicio D’Ambrosio con prefazione di Sergio Rizzo (Il Regno del Molise, Sprechi, scandali e inchieste nell’isola felice governata da Michele Iorio, Edizioni Il Chiostro, Benevento 2009).
Oggi Re Iorio, che rimane il politico più navigato tra i politici molisani, si ripresenta con una proposta politica che abolisce la politica: istituire un Governo di salvezza regionale (da lui guidato) che, grazie a un “collante trasversale – politichese suo – va oltre l’eccessiva differenziazione delle classiche coalizioni”.

Grazie a questo fumoso “collante trasversale” Iorio vorrebbe insomma intestarsi una specie di governo tecnico privo di ingombranti opposizioni. Rieccoci così ai todos caballeros del trasversalismo, termine che ci perseguiterà per mesi e che, vedi Treccani, è omonimo di consociativismo, opportunismo, trasformismo.

A questo punto però è già chiaro che a dominare la fratricida scena della destra molisana sarà Giorgia Meloni che, tra un “io dò una regione a te e tu due a me“, potrebbe fare un regalino a Berlusconi respingendo la candidatura di Iorio. Che per lui sarebbe davvero una stangata. Trasversale.

Giuseppe Tabasso364 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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