Se Greco disgrega/Caro Andrea, calma e gesso

di Giuseppe Tabasso

Per il Movimento 5 Stelle domenica scorsa 12 giugno è stata la giornata più nera della sua storia elettorale, tanto da far esplodere all’aperto un duro scontro tra Conte e Di Maio.
Questa rivalità aveva già registrato un riverbero molisano quando Conte ha dato all’onorevole Federico la delega territoriale che si aspettava Greco, legatissimo a Di Maio.

Appare quanto profonda la lacerazione interiore di Greco che, proprio quella domenica, aveva precipitosamente bruciato i tempi per annunciare l’inesorabilità della sua candidatura a governare il Molise in una sua chilometrica intervista a “Primo piano” (titolo: “Con la coalizione a trazione 5 stelle la vittoria è assicurata”).

Greco ha 37 anni, nel 2018 riscosse un ottimo risultato, si è fatto le ossa come capogruppo dei 5S in Consiglio regionale, è laureato in legge, ha una carica narcisistica che in politica aiuta, ha fatto anche l’attore con Carlo Croccolo e va quindi capito se, proprio come un Zelensky, vuol battersi da solo, ma col soccorso di armi altrui, contro il Cremlino molisano.

Forse è per l’istinto teatrale che Greco si auto-promuove il più bello del reame politico. Per di più confortato – come afferma nell’intervista – da un’indagine affidata dagli stessi 5 Stelle a un non meglio identificato istituto demoscopico che avrebbe raccolto risultati incoraggianti, ma chissà perché secretati.
Ora, per carità, ci mancherebbe che Andrea non possa giocarsi a buon diritto tutte le sue carte. Anzi gli facciamo sinceri auguri. Peccato però che la sfida finale contro l’incombente e potente Golia della destra, nazionale e regionale, non può essere condotta singolarmente da Davidi con puzza al naso.
Quando infatti Greco dice di voler dialogare con le forze politiche “purché in assonanza con noi, coi nostri temi, coi valori di sempre del Movimento”, esclude in sostanza ogni trattativa o compromesso sui valori degli altri.

Ma fa addirittura di molto peggio. Quando l’intervistatore gli chiede “Perché lei è scettico sui movimenti civici?, lui risponde in termini davvero imbarazzanti: “Lei metterebbe mai la sua bimba nelle mani di uno sconosciuto per accompagnarla all’asilo?
C’è da chiedersi se per Greco la sonora sconfitta della destra a Isernia sia stata opera di gruppetti in odore di pedofilia.

Spiace quindi che a un politico ambizioso come Greco sfugga la gravità del rischio di isolamento che, oggi più che mai, corre il suo Movimento. Spiace che il Campo che Letta chiama “largo” e Conte “progressista”, sia da Greco considerato un cartello elettorale di convenienza a trazione 5 stelle.
Spiace infine che la sua disgregante visione dei rapporti di forza gli impedisca di comprendere che nessuno è autosufficiente e che di questo passo rischiamo di regalare il Paese alle peggiori destre d’Europa e condannare l’Italia a quell’irrilevanza che il Molise ben conosce.

Caro Greco, d’ora in poi molti molisani le terranno gli occhi addosso per capire dalle sue performance se insisterà nel ruolo di salvatore unico della patria, se rivelerà un rispettabile cupio dissolvi nel mito grillino, se reciterà nei panni di un Miles gloriosus, oppure riabiliterà quel sano pragmatismo della politica dal quale ha ricavato tanti meriti.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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