Dopo il Draghicidio/ Forza Italia allo sbando. Fine del campo largo. Piagnisteo grillino

di Giuseppe Tabasso

Lo scriteriato Draghicidio perpetrato da destre e M5S ci ha fatto retrocedere dalla Serie A del mondo e la collera degli italiani allibiti dal misfatto pare simile quella degli incazzatissimi campobassani esclusi dalla Serie C.

Il mondo intero è rimasto stupefatto per l’assurdo bye bye con cui è stato liquidato un italiano di gran prestigio disposto a toglierci le castagne dal fuoco a patto di una unità nazionale poi liquefatta per puri interessi di bottega.

Si dice che Conte e le destre abbiano marciato divisi per colpire uniti, ma siamo dinanzi a un teatrino di scaricabarili, auto assoluzioni, palleggio di responsabilità e a lacrime di coccodrillo, di rabbia o di pura gioia versate da quelli dell’al voto, al voto che scambiano i sondaggi per oroscopi.

Nei fatti la scriteriata operazione delle destre, ha stravolto lo scenario politico. Lo dimostra non tanto la crisi del M5S (Buffagni: “Ora gli italiani c’impalano dal primo all’ultimo”), ma quella di Forza Italia che ha perso il top dei suoi esponenti come la Gelmini (“il centrodestra s’è consegnato alla Lega”), come Brunetta (“Silvio ha perso lucidità”), come la Carfagna (“Non c’è più il centro-destra ma una destra-destra) e come il senatore Cangini (“Il centrodestra anti draghiano può pure vincere, ma non governare”).

A tutti costoro Silvio ha risposto sprezzantemente: “Riposino in pace». Un augurio cimiteriale che potrebbe però rivelarsi un boomerang, nel senso che a Bruxelles la svolta a destra potrebbe indurre il Partito Popolare Europeo a mettere alla porta Forza Italia, proprio come avvenuto di recente con il leader ungherese Orbán per essere di destra-destra (e amico di Giorgia Meloni).

Si sa che Sua Emittenza ha sotto controllo pubblicitario e propagandistico una rete mediatica (ramificata anche in Molise) che servirà ad appannare la svolta a destra del Caimano 2022.

Siamo però solo all’inizio di una torrida e precipitosa campagna elettorale con prese di posizione e programmi ancora incerti sia al centro che a sinistra dove i Dem guardano a un’unione di europeisti e riformisti contro i populisti e i sovranisti, lasciando da parte i grillini.

Quello che metterà in campo il M5S è comunque particolarmente atteso dai molisani per le forti ripercussioni che avrà sulle elezioni regionali. Letta trova complicato mantenere il “campo largo”, ma dopo il 25 settembre tutto cambierà, sotto i ponti scorrerà molta acqua e poiché nessuno può governare da solo non è escluso che dopo la Befana si debba firmare un patto di primavera a livello regionale.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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