Telecampagne/Mediaset e Mediasettine votano tutte a destra. Basta saperlo
Fedele Confalonieri, l’uomo più vicino a Berlusconi, ha rilasciato ad Aldo Cazzullo (Corriere della sera) un’intervista molto ripresa che caldeggiava la “fascistina” Giorgia Meloni. Nell’intervista c’era però qualcosa di molto più succulento. Alla domanda “lei è filoleghista?”, il presidente di Mediaset ha dato una risposta franca, secca e sconcertante: “Io sono filoleghista. Bossiano. L’unità d’Italia è stata un errore.”
Bah!, ognuno interpreta la storia a suo piacere, ma se alla vigilia di pirotecniche elezioni lo dice chi detiene uno strumento potente come Mediaset, rieccoci all’oscenità dei conflitti d’interesse che affliggono l’informazione democratica.
Sui canali Mediaset 4, 5 e 6 pesa infatti un peccato originale e mortale, l’intreccio politico padronale che oscura la credibilità degli apparati giornalistici (vedi l’intervista in ginocchio che Berlusconi si è fatta fare giovedì sera su Rete 4).
Mancano meno di 60 giorni dal voto, dunque dobbiamo essere ben consapevoli di questa realtà ogni volta che ci informiamo sui canali nazionali e su quelli regionali.
Dal Veneto alla Sicilia pullulano infatti Mediasettine locali spesso collegate tra loro e dotate di budget pubblicitari. In Molise, dove la classe imprenditoriale non si è mai posto il problema di dar vita a un piccolo grande giornale indipendente (e dove la sinistra non ha mai avuto mezzi per farsene uno) si è ormai imposta una trimurti radiotelevisiva di editori impuri, due politici e un imprenditore, tutti provenienti dall’edilizia e saldamente legati alla destra.
Ricordate lo scontro tra Iorio e Ciarrapico? Antonio Ruggieri scriveva che “l’entrata in rotta di collisione dell’editore ciociaro con Iorio, non certo per disquisizione ideologica, inquina la prospettiva pluralista del nostro sistema di comunicazione”. Monica Vignale aggiungeva che “per Iorio l’impossibilità di controllare l’informazione, è un brutto colpo, abituato com’è a ricevere consensi dalla carta stampata regionale e dalle tv locali che si producono in costanti esaltazioni della sua figura e omissioni di notizie poco gradite a lui e al suo staff”.
Un telecronista sensibile agli afflati padronali diceva giorni fa: “Toma ha risposto punto per punto”. Questo pleonastico “punto per punto” la dice tutta sull’essere servizievoli.
Poi c’è la fregatura del falso pluralismo: quello di ospitare esponenti dell’opposizione per pura equidistanza di facciata. Lo vedete, cari ascoltatori, come siamo democratici? Ma è tutta fuffa, poiché il vero volto politico di questi network sta nella scelta di temi, personaggi, minutaggi, domande e immagini.
“La democrazia? È un altro punto di vista”, sentenziava il grande Norberto Bobbio. Attenzione dunque ai punti di svista.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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