Caterina Cerroni/ Quel Molise futuribile che fa la differenza

di Giuseppe Tebasso

A dar credito ai sondaggi, pare che tra un mese l’Italia stia per tuffarsi in un mesto passato autunnale tra arsenico e vecchi merletti, tra perenni fiammelle e impresentabili gattopardi refrattari ad imboccare il loro viale del tramonto.

Ecco perché, dinanzi all’accanimento di politici che non hanno più niente da dirci (da Berlusconi a Iorio e Patriciello la lista è lunga), l’apparizione sulla scena nazionale e soprattutto regionale di una figurina quasi sconosciuta come Caterina Cerroni è un’indubbia novità che va al di là di una mera valutazione politica.

Si tratta infatti di un evento che ci parla di un Molise che volevamo, innovativo nello stile, che ci racconta una generazione sprovincializzata, cresciuta nel segno dell’europeismo, forte di un valore aggiunto femminile che dalla “mascotte” Caterina Cerroni passa a Rossana Gianfagna e Micaela Fanelli, riserva in pectore di prossime regionali.

La loro posta punta su scuola, futuro, ambiente, precariato e soprattutto su una condizione indispensabile che, da quando la tecnologia ha cambiato il mondo, serve a diminuire disuguaglianze e aumentare benessere: la modernizzazione.

Mai in Molise un’elezione nazionale aveva fatto esplodere una questione generazionale e un contrasto tra innovazione e mera riparazione. Mai i giovani d’oggi avrebbero immaginato un ritorno al sovranismo patriarcale (Dio, Patria e Famiglia) contro diritti, uguaglianze, Integrazione europea e, appunto, modernizzazione.

Ma chi è questa Cerroni da Agnone, gran paese che una volta chiamavamo “l’Atene del Molise”? “Quando ero all’università – ha detto in un’intervistata a ”Repubblica” – facevo la consigliera comunale ad Agnone, Molise, 5mila abitanti. Lì ho iniziato a 19 anni».

Ci dice che per lei l’impegno politico e conoscenza dell’attualità è un dovere civico. Chi la conosce da vicino la descrive “intelligente, caparbia, europeista sfegatata, empatica, generosa nella condivisione”. Nel 2013 si aurea in Economia e Management alla LUISS di Roma, di professione fa l’internal auditor (cioè: revisore interno di processi aziendali). Diventa la prima donna coordinatrice nazionale dei giovani Dem e alle Europee del 2019 va oltre le 30mila preferenze. “Seimila settecento proprio in Molise”, precisa lei.

Ora figura nel quartetto dei più giovani capilista Dem. Si presenta in Molise e in una lista plurinominale nel Lazio. Racconta che a Roma, insieme ad altri tre giovani militanti, aveva parlato di programma e di giovani in lista. Alla fine Letta si è convinto. Era il 13 agosto, giorno del compleanno di Caterina.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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