Il caso della radioterapia e l’importanza di non dimenticare
Qualche giorno fa, il presidente del cda del Gemelli Molise Massimo Petracca ha annunciato la sospensione della radioterapia dal prossimo 1 ottobre per esaurimento del budget stabilito dalla Regione Molise
di Un altro Molise è possibile
Alla fine la montagna ha partorito il topolino. Toma ha avuto un’idea geniale: usare il disavanzo degli ambulatori specialistici per aumentare il budget a disposizione della radioterapia. Una roba da esperti del due più due.
Basterà per scongiurare la sospensione delle cure oncologiche vitali paventata dall’amministrazione del Gemelli? Probabilmente no, perché i nuovi padroni della ex Cattolica non hanno bisogno di qualcuno che insegni loro come far quadrare i conti a parità di spesa, vogliono i piccioli e ne vogliono sempre di più.
Al di là di tutto, comunque, la morale della favola è che la Regione Molise si è messa nelle condizioni di farsi ricattare da un fondo di investimenti che ha poteri di vita e di morte sui cittadini molisani più fragili che avrebbero bisogno di essere sostenuti nella loro battaglia contro il cancro piuttosto che essere trattati come merce di scambio.
Questo dramma apre la strada ad una serie di interrogativi, uno in particolare.
Qual è il ruolo della politica in tutto ciò?
Perché ogni 5 anni eleggiamo un Consiglio regionale composto da più di 20 elementi, tutti pagati in modo che non abbiano a che fare con la durezza della vita quotidiana? Che cosa ci aspettiamo da loro?
Se l’attuale governo – nazionale o regionale è lo stesso – non fosse quello che è, la risultante di uno scontro tra forze di affaristi, allora dovrebbe, come minimo sindacale, difendere l’interesse dei molti produttori di ricchezza dal tentativo dei pochi di accaparrarsela tutta.
Invece, in venti anni di alternanza tra centrosinistra e centrodestra, con questi ultimi meno colpevoli dei primi, abbiamo visto i governi che si sono succeduti vendere i terreni dove sorge il Gemelli ad una società privata al prezzo simbolico di 1 euro, raccontare che la nascente struttura avrebbe servito un bacino di 5 milioni di pazienti provenienti da tutto il centrosud, distruggere a fondo gli ospedali pubblici per condizionare la concorrenza a favore dei privati, regalare a questi ultimi fiumi di rimborsi a piè di lista, e tanto altro ancora, senza dimenticare i migliaia di malati di covid lasciati morire per non avere dotato la regione di strutture pubbliche adeguate.
Il prossimo 25 settembre i molisani, come tutti gli italiani, saranno chiamati a eleggere i loro rappresentanti in seno al Parlamento e poi, in primavera, il nuovo Consiglio regionale. Vedremo se, come aveva sperato il grande Pierangelo Bertoli prima di lasciarci, “smetteremo di essere complici”.
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