Elezioni regionali/ Dem tra l’adelante Facciolla e l’impaziente Fanelli
di Giuseppe Tabasso
A dare uno sguardo sul mondo c’è da tremare, dalla guerra di Putin alla rivoluzione femminile in Iran, dalla tragedia climatica all’allarme sulla sopravvivenza della democrazia in USA (dove martedì si svolgono preoccupanti elezioni di medio termine).
Ma anche a fare un pit stop nel nostro piccolo Molise i problemi non mancano, dalla salute alle disuguaglianze fino alll’imminente rinnovo o conferma della classe dirigente.
I partiti sono tutti in fermento, ma quello che, a livello nazionale e regionale, vive un vero e proprio dramma di rifondazione e rigenerazione è il Partito Democratico spaccato al suo interno da due correnti di pensiero.
Da una parte gli Attendisti, che vedono difficile tenere in pochi mesi un congresso realmente “costituente” che implica progettazione, idee, tempi di riflessione e confronto incompatibili con una battaglia congressuale. Per loro l’esperienza insegna che eleggere i segretari senza aver risolto vecchi nodi, non è la soluzione.
Dalla parte opposta ci sono, chiamiamoli Impazienti, quelli convinti che il congresso serve a rinnovare subito dalle fondamenta il partito uscito sconfitto dalle ultime elezioni ma pronto ad elaborare prima possibile un cambiamento forte e una classe dirigente capace di affrontare le sfide dell’oggi e del domani.
Da parte sua il PD molisano si è dichiarato a larga maggioranza – 23 contro 3 – favorevole a rinviare i congressi a dopo le le elezioni . Nel terzetto dei 3 non attendisti figura Micaela Fanelli che, precisando di non volersi ricandidare per la segreteria, ha supplicato Letta di accelerare il congresso nazionale tenendo anche conto delle regioni dove si vota per “far entrare aria fresca”.
Proprio sulle pagine di “Repubblica” è appena intervenuto in proposito lo scrittore Francesco Piccolo che si è scagliato con furore contro il gruppo dirigente del PD chiedendosi che senso ha “essersi asserragliato nella sede del Nazareno” invece di reagire e costruire senza indugi un rinnovamento di persone e idee secondo le attese di potenziali elettori.
Questa è “una reazione mancata alla sconfitta” afferma Piccolo, che si dice scandalizzato perché Non sta succedendo niente.
E se non succede niente entro una dozzina di settimane, ve la immaginate un’autoctona rigenerazione molisana dei PD guidata dal povero Facciolla?
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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