Molise 2023/Governo antiemorragico di salute pubblica? Chiedere a Nancy Pelosi
In Lombardia e Lazio, le due regioni più importanti d’Italia (pardon, della Nazione), si vivono giorni politicamente bollenti alla ricerca di candidatI vincentI. Poi c’è una regionina, il Molise che, candidati bollenti a parte, è erosa da un’implacabile emergenza di futuro e di sopravvivenza.
Per dirla poeticamente, non si tratta solo di cicogne che non volano, ma di abitanti che s’involano, specie di giovani che sono l’argenteria di famiglia, il futuro di tutto. Una irreversibile emorragia collettiva. Siamo la regione con più residenti all’estero: 31,2 contro una media nazionale di 9,5. Si chiudono scuole, farmacie, botteghe, perfino bar. Abbiamo la più bassa densità abitativa (57), perdiamo 6.000 abitanti l’anno, come dire un Montenero Valcocchiara al mese. Per Lazio e Lombardia sarebbero perdite impercettibili, per il Molise è un’agonia inesorabile, la fine di una civiltà locale.
Ormai non ha senso incolpare assistenzialismo, clientelismo, rendite parassitarie, spesa pubblica improduttiva, ecc. Oggi – e se non ora quando? – la posta in gioco è così cruciale che se i prossimi dirigenti regionali non rivoluzionano sistema e apparati, potranno solo prepararci un bell’epitaffio.
Serve cioè ben altro che i Decreti Molise di Lotito, brodini offerti da una destra che va a ritroso dalla modernità e dal futuro. Quelli pensano all’autonomia differenziata, figurarsi se meditano sul futuro di una regione Vattelapesca.
Serve insomma volare alto. Ma con chi? Il più celebre politologo vivente, Henry Kissinger (99 anni), ne ha appena tracciato i profili: “strateghi preparati, dotati di ispirazione e istinto artistico”. Infatti i veri artisti sono barometri delle trasformazioni.
A proposito di profili, Luca Colella, pur dirigendo un giornale di destra, ha vagheggiato un “Governo di salute pubblica formato da professionisti colti, intelligenti, lungimiranti e che sappiamo parlare in italiano”. (Anni fa Domenico De Masi suggerì ai molisani di “eleggere solo candidati che parlino correttamente almeno due lingue, oltre l’italiano”.)
Può darsi pure che un tale Governo (senza quel “di salute pubblica”, che incazza i molisani) possa funzionare sotto la guida di un elitario cenacolo di cervelli non espatriati e di assessori reclutati all’accademia della crusca. Ma poi chi sarà a scegliere leader e consiglieri? La Neuromed? L’Unimol? La Lazio Calcio? La piattaforma Rousseau? Bah!
Non ci resta che aspettare Nancy Pelosi, in predicato ambasciatrice in Italia, per avere consigli da una gran donna come lei.
Chissà potrebbe suggerirci proprio una leader, ora che le donne sono in grande spolvero.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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