Arriva Bonaccini/La sfida con Elly Schlein e la rigenerazione del PD con vista Molise

di Giuseppe Tabasso

Non è un caso che Termoli sia tra le prime tappe del “Tour delle 100 città” intrapreso da Stefano Bonaccini per spiegare a militanti e simpatizzanti le ragioni di candidarsi per “smontare e rimontare” il Partito Democratico.

La sua presenza nel Molise è importante non solo per le sue idee sulla rigenerazione di un partito che mette in gioco la propria identità, il concetto di sinistra e perfino la propria sopravvivenza, ma riveste forte interesse anche per i riflessi che può avere su schieramenti e candidature nelle imminenti elezioni regionali.

Intanto sulla scena c’è l’avvincente sfida tra due personaggi di area progressista ma di contrastante caratura: quella appunto tra Stefano Bonaccini ed Elly Schein, amici personali e principali contendenti politici (con una terza “incomoda” sullo sfondo: Paola De Micheli che si definisce l’anti-Meloni).

La Schlein è di nonno senese avvocato antifascista, mamma comasca docente di diritto e padre politologo di famiglia ebrea riparata negli Stati Uniti. Bonaccini è di famiglia comunista, padre camionista e mamma operaia, ha due figlie e una vita tutta nel PCI modenese da dove ha scalato il vertice dell’Emilia-Romagna, regione pilota ritenuta tra le meglio amministrate d’Italia.

Elly Schlein, astro nascente della sinistra movimentista, non anti M5S, che aspira a guidare un PD contro le correnti e l’apparato. “Noi – afferma – non siamo una corrente, ma un’onda”. E aggiunge con ironia: “col cognome che ho pensate che ci si possa chiamare schleiniani?” (Ma non è che “bonacciniani” suoni meglio.)

A sua volta Bonaccini, astro rinascente del riformismo, esprime le speranze dei moderati, non proprio filo 5 Stelle e più organico alla storia del partito. Per questo Franceschini lo definisce “l’usato sicuro”.

Nel Molise sono i giovani Dem ad apprezzare il realismo e le capacità amministrative di Bonaccini, ma la prima a schierarsi con lui è stata Micaela Fanelli che intravede un rischio dall’appoggio che un capo corrente come Franceschini ha dato, tramite la moglie Michela Di Biase, a Elly Schlein. Nella quale però si riconoscono non pochi fan molisani.

Poi ci sono gli attendisti per i quali “la priorità è definire identità e contenuti politici” e infine “quelli che booh”. Sta di fatto che la rifondazione del PD è qualcosa di epocale non un semplice rinnovo della carta d’identità. E chissà che dalle elezioni regionali non arrivino in anticipo confortanti segnali di cambiamento.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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