Fettine di culo
Nel novero delle mie conoscenze ci sono pochissimi imprenditori. Per imprenditori intendo “capitani” di aziende con decine o (addirittura!) centinaia di dipendenti. E’ anche vero che nel Molise non sono poi tante le aziende con queste dimensioni. Le intraprese private, degne di cronaca, sono veramente poche. La nostra storia e le nostre tradizioni hanno prodotto una economia dove uno è, al massimo, imprenditore di sé stesso e pochi altri, piccola impresa appunto. I pochi imprenditori (medio-grandi) molisani non sono nemmeno tanto presenti sui media locali, loro optano per un profilo basso e sono convinti che la scarsa visibilità sia il viatico giusto per i propri affari.
Altra faccenda sono gli imprenditori che hanno fatto fortuna nel pubblico, grazie ai buoni uffici con politici ed amministratori locali. Spulciando gli elenchi delle dichiarazioni dei redditi dei “paperoni” molisani viene fuori che questa tipologia di capitani d’azienda è la più presente nella nostra regione. Questo imprenditore nostrano deve cimentarsi con le paturnie della politica, più che con i rischi del mercato. Siamo dunque in presenza di un imprenditore anomalo che rischia poco ma lecca tanto. Le preoccupazioni del “nostro” non risiedono nel mercato o nella competizione, le sue (poche) ansie si annidano nei venti instabili della politica.
Quello che sto rappresentando non succede solo da noi, riguarda forse tutte le regioni d’Italia. L’anomalia molisana è rappresentata dal fatto che la quasi totalità del business è con la pubblica amministrazione. Ecco perché abbiamo politici, amministratori ed imprenditori diversi dal resto d’Italia.
Questo stato di cose genera:
– un cittadino utente (e finanche un lavoratore dipendente) sfiduciato e dimesso;
– un amministratore che non deve render conto;
– un politico omertoso;
– un imprenditore avido e capriccioso.
Non dimenticherò mai la circostanza in cui due dei maggiori imprenditori, della miriade di aziende del tpl regionale, rivendicavano maggiori compensi perché loro danno lavoro! Uno, addirittura, ama fregiarsi del merito di aver fatto studiare e laureare decine di giovani (i figli dei dipendenti) molisani.
Strano territorio quello che abitiamo. Come definireste un posto dove un negriero viene percepito, dagli inquirenti, dai media e dall’opinione pubblica, come un filantropo?
Carmine Mastropaolo20 Posts
Carmine Mastropaolo, nato a Campobasso nel 1960. Frequenta la facoltà di Agraria di Portici e poi, dopo il terremoto del 1980, quella di Pisa. Ferroviere dal 1985, torna in Molise nel 1997. Segretario generale della Uil Trasporti Molise dal 2006. Collabora al mensile Il Bene Comune dal 2010, occupandosi di trasporti e ambiente.
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