Mina dedica un album ai Beatles

Un ricordo di quando era la “tigre di Cremona”

di Giuseppe Tabasso

Mina, l’intramontabile star che più è appartata più è amata, torna puntuale sulla scena musicale per regalarci una nuova, raffinata perla discografica dedicata ai Beatles: The Beatles Song Book, 18 brani che coprono un arco di tempo che va dal 1965 al 2022.

“Eccomi ancora qui – scrive – ancora legata a loro dalla gratitudine per aver fornito a Joe Cocker, Ray Charles, Frank Sinatra, Sarah Vaughan, Ella Fitzgerald e altri grandi il materiale per quei capolavori che sono le loro versioni delle canzoni dei Beatles. Ed eccomi oggi ancora, pronta testimone dell’abbattimento di frontiere, di muri, di ostacoli linguistici effettuati dai Beatles attraverso le delizie dei loro testi, fluidi come i pensieri più felici di una mente col dono dell’eterna freschezza”.

Una freschezza che lei stessa, inarrivabile icona italiana e internazionale, incarna incorporea da anni occultata da una raffinata penombra che la rende sempre più luminosa.

Mi si consenta allora un ricordo personale di mezzo secolo fa quando intrattenni con Mina una empatica frequentazione grazie a due fortunate concomitanze: essere figlio di una cremonese nonché redattore del RadiocorriereTV, qualifica che mi dava la facoltà di entrare in tutti gli studi al tempo della Rai senza concorrenti.

Chi ama il jazz può capire l’emozione di entrare con Mina e Bruno Canfora in uno studio riservato alle prove d’orchestra. L’atmosfera iniziale è quella in cui ognuno accorda il suo strumento in un tripudio di fraseggi che via via s’infiamma e accorda al punto che Mina afferra d’istinto un microfono e attacca un coinvolgente scatt singing di quelli che resero famosa Ella Fitzgerald. Un virtuosismo di cui Mina diede poi prova con la celebre Brava, Brava, come sono brava.

Nel 1972 fui inviato proprio a Cremona per raccontare il rapporto di Mina con la sua città. Fausto Coelli, componente degli “Happy boys” quando l’esordiente Mina si chiamava “Baby Gate”, la ricorda “timidissima, terrorizzata dal pubblico”. “L’è proprio brava” convenivano tutti i cremonesi, dimenticando però che agli inizi la definivano “un po’ matta” e “sguaiata”. Perfino la madre Gina, fan di Nilla Pizzi, confessava alle amiche: “Ch’el sistema de cantar nun me pias mia!”.

Quando però esplose il successo della “tigre”, mamma Gina dovette ricredersi e mettersi alle calcagna della figlia per rispetto delle convenzioni di allora. Al padre, amante di automobilismo e vincitore di una Vermicina – Rocca di Papa su un’Alfa 2600, dicevano “Hei, Mazzini, te g’ha una piutela da un milion de sghei a sera”.

Poi successe che la “piutela”, sfidando la morale comune, divenne ragazza madre e l’Italia si divise tra perbenisti, assolutisti e moralisti. Così Mina, delusa e “chiacchierata”, si staccò dalla sua città. Distacco reso ancora più amaro dalla morte del fratello che adorava e poi per il crack finanziario del padre che coinvolse incolpevolmente anche lei. Tornerà solo di nascosto per mettere fiori sulla tomba del fratello e le ci volle tempo per ricucire il cordone ombelicale con Cremona, coi ricordi d’infanzia, con gli amici e le amiche del cuore.

Acqua passata. Oggi Mina è una gloria vivente della città, quasi un’istituzione come il Torrazzo e il torrone, come Ponchielli e Stradivario, come Tognazzi e quel gentleman del calcio che è stato Gianluca Vialli.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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