Panorama elettorale/Il bacio della pantofola di Giorgia e le candidate messe all’indice/Elly ma dove sei?
Donato Toma ha posticipato le elezioni a inizio di estate e vacanze e molti ancora si chiedono il perché. E’ escluso che l’abbia fatto per allungarsi la vita e lo stipendio. Visto però che la politica riserva brutte sorprese per qualcuno ma salvifiche per altri, il sospetto è che abbia scommesso sulla fine delle lune di miele di Elly Schlein e sopratutto di Giorgia Pigliatutto.
Premonizioni a parte, oggi l’attenzione è tutta rivolta sullo stato del marketing elettorale in vista del 25 giugno.
La Destra – La nomenclatura è dilaniata e bloccata al suo interno e appesa dell’inappellabile responso di Palazzo Chigi. Toma non demorde, pretende un bis, ma sa bene che i fratelli coltelli (Iorio e Pallante) si contendono la voluttà di dispensargli l’estrema unzione. In effetti tra loro è tutta una corsa al bacio della pantofola di Giorgia dalla quale pretendono di ricevere, chiavi in mano, questa nostra regione votata alla sofferenza.
E Patriciello? Non ha più conigli da estrarre dal cilindro. E’ tormentato dal fantasma di truppe fresche meloniste affamate e pronte a soffiargli il seggio europeo nel 2024. Perciò è alla disperata ricerca dei due o tre forni. Di notte sogna Adreotti.
Il Centro – I cosiddetti Moderati soffrono di strabismo e attendismo. Giocano a fari spenti su due sponde. Cercano gregari. Sono disponibili e in eterna attesa di delucidazioni. Hai visto mai…
La Sinistra – Ringalluzzita dall’elettroschlein ha due missioni “win win”: impartire il requiescat alla destra regionale e infliggere alla Meloni il suo primo dispiacere elettorale dalle Alpi alla Sicilia. Intanto la Grosse Koalition (PD e Art.1, M5Stelle, Psi, Verdi, Sinistra e civiche) si è già chiusa in conclave permanente per far uscire dall’uovo di Pasqua decisioni su primarie e leadersip.
La leadership – A tutt’oggi è un yo-yo di alti e bassi. La fumata bianca non prevede papi stranieri, cioè niente Lotiti. Gli aspiranti al soglio in cerca d’autore sono tanti: palesi, reconditi, in pectore o in agguato. I nomi fatti circolare finora sono quelli di Livio De Santoli, di Andrea Greco, di Roberto Gravina e di Domenico Iannacone.
Il Problema – A scorrere i suddetti nomi, tutti rispettabili, emerge però un elemento che appare ormai superato nello scenario inedito di un’Italia con una donna a capo del Governo e una a capo dell’opposizione. Questo per dire che, perfino in termini di quote rosa, l’assenza di candidature femminili è molto più di un sproposito politico mentre è in corso un rinnovamento della sinistra. Detto papale papale: ma è mai possibile che nella lista di futuribili Governatori non figuri nemmeno una candidata? Manco un’underdog e perfino manco una donna democratica?
Cara Elly, ma dove sei? E i famosi cacicchi?
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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