Tramonto di Forza Italia e Governo senza Centro/ E intanto tocca a Lotito la maternità surrogata del Molise
Il ribaltone pro Meloni di Forza Italia è stato un via vai, anzi un vai via, tra vendette, macchinazioni, gelosie, cerchi poco magici e teste tagliate stile Borgia. Prima vittima il big Alessandro Cattaneo, reo di essere vicino a Licia Ronzulli che non è vicina a Marta Fascina che non è nemmeno vicina ad Annaelsa Tartaglione.
Tuttavia la svolta politica è importante e rende finalmente chiaro che se c’era una volta un Centro-Destra ora c’è solo una Destra.
E così, dopo il Ciarrapico di orrenda memoria, ci tocca un altro ciociaro al quale, in veste di neo coordinatore regionale, è stata affidata la maternità surrogata del Molise. E dire che, fino a ieri, la sola ipotesi di un papa straniero era una bestemmia per la coalizione di destra.
Succede così che un incazzatissimo Aldo Patriciello abbandona al suo destino il tavolo della coalizione dispensando sculacciate a una platea ammutolita di candidati e astanti. Ordunque penserà solo a come non perdere il seggio di europarlamentare.
Tocca quindi a Lotito trovare la quadra e una squadra di pole position. Sempre che Giorgia regali il Molise a Silvio e che Marta Fascina lo regali a Toma. Con tanto di benservito a Iorio, Pallante & Compagnia cantante in pectore.
Intanto c’è alle porte un crudele Aprile che non fa dormire, mese di complotti, intrighi, patteggi e speranze dure a morire. In compenso per noi spettatori si apre un sipario davvero intrigante, da non perdere.
Ma come si è arrivati al ribaltone? Quando Salvini propose l’abolizione del canone Rai, da Mediaset si rispose con rabbia. “E’ una salvinata. Togliere il canone è contro i nostri interessi perché poi la Rai dovrebbe rifarsi sottraendo a noi risorse pubblicitarie”.
Il mercato pubblicitario è infatti in ribasso dallo scoppio della guerra in Ucraina. Dunque è decisivo essere pappa e ciccia col Potere soprattutto per risolvere via politica la grande partita di nomine delle società partecipate (Eni, Enel, Terna, Poste, ecc.) che sono i principali investitori pubblicitari.
C’è infine quello che Berlusconi ha confidato a Vittorio Sgarbi: “Alle prossime elezioni avrò novant’anni. Non potrò essere io il leader di Forza Italia e Forza Italia non potrà più chiamarsi Forza Italia”.
E per questo che i retroscena intravedono l’avvio di un lento ma calcolato viale del tramonto azzurro. Tramonto di partito, ma funzionale al sorgere di una radiosa alba aziendale. Che è l’assillo di Marina e Piersilvio Berlusconi i quali, a babbo non morto, dovranno gestire un’eredità imponente. E magari una guerra di successione.
Giuseppe Tabasso365 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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