Elezioni/ Sorpresa candidature, donne quasi pari agli uomini. Ma siamo ancora alle quote rosa

di Giuseppe Tabasso

Per la prima volta nella storia elettorale del Molise le candidature femminili sono quasi pari a quelle maschili.

Se infatti scorrete le 6 liste della coalizione progressista, su 114 candidature, 85 sono di donne e 57 di uomini (in testa la lista PD: 12 donne e 8 uomini). Nelle 7 liste di destra invece, su 140 candidature, 57 sono di donne e 83 di uomini. La terza lista, “Io non voto (per i soliti)”, presenta 7 donne e 13 uomini. Dunque: su un totale di 274 candidature, le maschili ammontano a 153, le femminili a 149.

Una quasi parità, solo numerica, che comunque è un segnale di partecipazione che difficilmente si tradurrà in una quasi parità di collocazioni apicali.

Dunque auguri all’onda femminile, ma senza farsi troppe illusioni per una serie di ben noti fattori. Il primo è che la maggioranza di chi non va a votare è composta da donne: 6 astensioni su 10. Poi c’è che, tradizionalmente, la maggioranza delle elettrici non vota per le donne. È una specie di inconscia conventio ad escludendum tra donne (e uomini) che odiano le donne.

Succede così che, a loro insaputa o per grazia ricevuta, tante candidate “embedded” fanno da salmerie ai capi lista. Prendete il caso eclatante delle recenti comunali di Belmonte del Sannio dove l’unica donna della lista vincente non è stata manco eletta. Altro che quote rosa, parità di genere e di opportunità.

Si aggiunga poi lo “zoccolo duro” di quelli che decidono di votare alla vigilia dell’apertura dei seggi, senza informazioni adeguate e, non di rado, sotto la spinta di pressioni familiari o clientelari.

Ma questa è una vecchia storia.

Oggi abbiamo al Governo una leader che tutti i sondaggi davano vincente ma si è definita “underdog”, cioè una che sovverte pronostici. Con lei sembra ora che per le donne si aprano praterie di mimose e di prospettive nordiche, quelle del famoso ragazzino finlandese che chiede alla maestra se pure gli uomini possono diventare presidenti.

Guardate invece qualche eloquente foto di un Consigli di ministri e vedrete la presidente accerchiata da tanti attempati signori d’altri tempi molto impegnati a rifare vecchi tempi.

Viene allora da chiedersi: che ne sarà del nostro grande patrimonio politico femminile e del suo disconosciuto valore aggiunto? Rimarranno underdog a vita senza mai sovvertire un pronostico?

Giuseppe Tabasso364 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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