Corpus Domini 1944/Quella processione senza Misteri

di Giuseppe Tabasso

Campobasso può vantare il Corpus Domini più spettacolare d’Europa, grazie al genio degli “ingegni” creati tre secoli fa dall’artista e scultore Paolo Saverio Di Zinno. È un evento che negli anni ha sviluppato un suo valore turistico mantenendo però intatto il suo valore artistico e religioso.

Su chi, come il sottoscritto, è nato e cresciuto nella città delle macchine viventi e dei 13 “Misteri”, giocano poi fattori sentimentali e memorie indelebili che rivestono un certo rilievo storico.

Mi riferisco alla processione che si svolse in un modo anomalo e drammatico in una annata del tutto particolare: il 1944, quando la guerra che infieriva di brutto nella nostra terra aveva sospeso l’antica tradizione, poi finalmente ripristinata nel 1946.

Successe però che i polacchi del corpo d’armata del generale Anders, allora di stanza in città, insistettero molto per mantenere la tradizione e organizzare a loro spese la Processione. Che infatti sfilò per le vie principali della città, con in testa un aiutante vescovo polacco che ergeva in alto il Sacramento, affiancato da due generali e seguito da un popolo numeroso e sbigottito, alla testa del quale figurava l’indimenticabile prefetto Ferdinando Veneziale.

La spietata legge del calcio – Pure i bambini sanno che nel calcio uno su mille ce la fa e che, appena quello non ce la fa, viene licenziato su due piedi. E’ la spietata legge del calcio che i Patron rispettano e i tifosi plaudono a ogni testa decapitata. Sorprende perciò che un impresario calcistico come Lotito non abbia saputo applicare alla politica quella sacra legge meritocratica. Il candidato governatore Roberti ha infatti elogiato “la procura personale di Lotito per aver ricandidato tutta la maggioranza Toma e messo in lista gli uscenti consiglieri regionali di Forza Italia”.

Propaganda Life – Le elezioni impongono ai candidati di cimentarsi in una gara auto-biografica e fotografica (che è una manna per i media). C’è chi si limita a esporre nella vetrina propagandistica la propria immagine a semplice titolo di memento e chi (Scarabeo) punta su uno slogan: “per un futuro sereno” (il suo). Ma il promo che colpisce più di tutti è quello enigmatico di Quintino Pallante assiso a una scrivania senza computer, ma con mouse in mano e super tastiera nera. Forse è già pronto per l’intelligenza artificiale.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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