Dilemma/Perdonare il malgoverno in nome del “caro estinto” o rinnovare tutto?

di Giuseppe Tabasso

Il Molise non aveva mai subìto un assalto così spropositato di ministri e vice-capi di Governo. Segno che a Palazzo Chigi si paventa che una regione messa in ginocchio da un malgoverno di destra possa infliggere una sconfitta.

Sarebbe un infortunio in piena controtendenza nazionale con ripercussioni varie sugli assetti post berlusconiani e dunque da bloccare con promesse, mobilitazioni mediatiche, prefiche funerarie ed esaltazioni dell’epopea berlusconiana. Come se il Molise dovesse perdonare il malgoverno di Forza Italia in memoria del suo fondatore.

E così ci è toccato leggere sulla stampa molisana di regime roba come questa: “Lotito rivela che Berlusconi gli aveva chiesto notizie sul Molise”, “Tajani afferma che Berlusconi amava il Molise” e “Toma ricorda commosso Berlusconi che gli raccomandava sempre di abbottonarsi la giacca” (invece di fargli rimboccare le maniche per governare meglio).

Sono rimembranze offensive per l’intelligenza dei molisani, ma funzionali a una strategia della beatificazione mirata a confondere il futuro di una regione a rischio sparizione con la sparizione terrena di un politico.

I sondaggi nazionali vanno sorprendentemente male per Forza Italia, ma intanto la tattica sta nel mantenere viva la fiamma del “caro estinto” oscurando la fiamma dei Fratelli d’Italia almeno fino alla mattina del 26.

Poi nel pomeriggio scopriremo se i gattopardi saranno riusciti a sopravvivere per grazia ricevuta da Arcore. Senza dimenticare però che dietro al mite Roberti non ci sarà il fantasma di Berlusconi ma un rottweiler della destra-destra di nome Donzelli.

Insomma ne vedremo delle belle ma, a proposito di stampa di regime, ricordiamoci che sotto elezioni ogni TG viene misurato in secondi cioè in “tempo di parola”, quello dei politici, e in un “tempo di notizia”, quello dei giornalisti che parlano di un partito. Si chiama par condicio e sarebbe utile conoscere i resoconti delle disparità rilevate dall’AGCOM sulle emittenti del Molise tutte al soldo di candidati politicanti.

 

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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