Qualcosa di più su Pina Fusco e Italo Testa
Nel giro di due giorni il Molise ha subìto a Campobasso la perdita di due personalità che si sono distinte e sono state amate per il loro grande impegno culturale e politico: Pina Fusco e Italo Testa.
I giornali hanno registrato puntualmente la loro scomparsa segnalando i loro grandi meriti istituzionali e politici nei rispettivi campi della sanità e dell’istruzione pubblica.
Mi permetto tuttavia di osservare che una perdita così coralmente sentita meritava di non far passare sotto silenzio almeno due significative circostanze “collaterali” della loro esemplare esistenza e dei loro lasciti meritevoli di essere ricordate.
La prima riguarda l’attività letteraria della Fusco, autrice di un piccolo capolavoro autobiografico, “Un corvo nel cuore”, che è il tormentato racconto del vissuto di una ragazza intransigente “che faceva finta di essere un maschiaccio”. Un coinvolgente romanzo di formazione, dal trauma infantile per la perdita del padre, al rapporto di amore-odio verso la madre, tra incubi, passioni, amori, sogni e utopie di una generazione, dal boom economico alle soglie del millennio. Un libro che, a mio giudizio, il “molisolamento” ha purtroppo occultato al mondo letterario italiano.
Quanto a Italo Testa, col quale ho diviso parte della mia adolescenza (abitavamo a 100 metri di distanza), posso testimoniare che egli apparteneva a una famiglia non solo di importanti discendenze culturali e politiche ma soprattutto di brillanti cervelli. Come ad esempio quello – buon sangue non mente – di sua sorella Fernanda, laureata in matematica che divenne preside ai Roma e in special modo a Napoli dove fece rumore un suo libro che rimane di straordinaria attualità: “Lo scugnizzo” dei nostri giorni. Chi è? “Dal lavoro minorile all’organizzazione in bande”. Un saggio sulla cultura dei vicoli “spagnoli” di Napoli e sui rapporti tra istituzioni scolastiche e sottoproletariato camorristico visto da una dolcissima, lungimirante “pasionaria” controcorrente.
Giuseppe Tabasso363 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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