Punti di svista /Patriciello compie l’Abiura della Cannelora e diventa concubino della Lega (per poco)
di Giuseppe Tabasso
E così, a 30 anni esatti dalla famosa “discesa in campo” di Berlusconi, Aldo Patriciello ascende ufficialmente sul Carroccio a babbo morto. Menomale che Silvio non c’è. Tuttavia Forza Italia, che è in panico da estinzione, s’incoraggia e auto celebra con lo slogan Le radici del futuro.
Perciò Patriciello, che le radici se le pianta e spianta in funzione del suo futuro, diventa concubino della Lega e mette in moto la sua macchina da guerra mediatica e clientelare sotto l’egida di un anti-europeista viscerale come Salvini.
Giorni fa, sull’esultante quotidiano Primo Piano si poteva leggere, a firma pmm, questa narrazione: “La scelta di Patriciello era per certi versi obbligata: poco spazio in Forza Italia dopo la scomparsa di Berlusconi suo amico personale e non ancora maturi i tempi per un eventuale ingresso in Fratelli d’Italia. Il profilo di Patriciello, ultimo tra i democristiani, ancora ricopre ruoli che contano e non ha punti di convergenza con il Carroccio. Ma l’arte della politica è anche quella di adattarsi e saper trarre il meglio dalle opportunità che il momento storico consente.”
Voleva essere un panegirico, tracciava invece la figura di un trasformista privo di “punti di convergenza”, di convinzioni politiche e riserve morali, quelle che angustiano politici davvero pensosi. (Treccani alla voce trasformismo: “Capacità di mutare le proprie idee e posizioni a seconda del proprio interesse”.) Insomma: questa o quella per me pari sono.
Attenzione però, si ventila pure un “non ancora maturo” ingresso di Partriciello in Fratelli d’Italia. S’intravede quindi una machiavellica mossa sulla quale – sempre che il venafrano riacchiappi voti – si può scommettere che nel giro di mesi assisteremo a un secondo salto della quaglia verso Meloni.
Dunque l’Abiura forzista della Cannelora è solo un simil matrimonio, cioè un concubinaggio, (Treccani: “persona che vive con un’altra di sesso opposto senza esserne il coniuge”). E si può perfino intravedere un momentaneo prestito di voti al malmesso Carroccio meridionale.
Dopo di che Patriciello dichiarerà la sua impotentia coeundi con una Lega troppo destra-destra per rientrare finalmente nel suo partito preferito, quello che comanda di più.
Dunque tranquilli cari conterranei, nessuno attenterà alla nostra identità molisana per imporcene una padana. Ma come sempre ci toccherà soltanto sopportare in modalità post-fascista il plutocrate venafrano. (Treccani: “Plutocrate: persona che dispone di grandi capitali specie in quanto costituisce la forza politica egemone in un regime plutocratico”)
Giuseppe Tabasso362 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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