Punti e spunti

di Giuseppe Tabasso

E l’Europa? – In una fase di stravolgimenti mondiali, d’incertezze sul futuro e a pochi giorni dal rinnovo del Parlamento di Strasburgo, pare che ci sia un’Italia che parla di Europa e un’Italia che non le rivolge la parola. Ho l’impressione che a quest’ultima appartenga anche un Molise interessato solo al rinnovo dei suoi amministratori comunali. Per carità, è più che giusto e comprensibile. Solo che poi, ad allungare lo sguardo, si scopre che proprio da Bruxelles arrivano un po’ di fondi per le stremate amministrazioni locali.

La coda dell’occhio – Con questo titolo Michele Smargiassi cura su “Repubblica” una raffinata rubrica fotografica che rivela il senso più profondo delle immagini. Nel tentativo di imitarlo, ho analizzato due foto incollate una sotto l’altra apparse lo scorso 16 maggio sulla prima pagina di “Primo Piano” con il titolo “La campagna elettorale entra nel vivo, candidati in parata”.

La parata di sopra mostra, partendo da sinistra, una bella ragazza bionda in total black seguita da cinque pasciuti e ben messi esponenti politici (Civetta, Robertì, Caia, Gasparri e Lotito), tutti in poltrona dietro a un tavolo adornato da un gran mazzo di fiori e con alle spalle un cartellone in lettere cubitali: Forza Italia, Berlusconi, Campobasso.

La foto sottostante, scattata in strada mostra invece un sorridente quintetto in piedi, con alberi alle spalle in tenuta casual, composto da quattro donne (Fanelli, Gribaudo, Forte, Chierchia) e da un solo uomo (Messere), ben stretti tra di loro. Nulla che faccia pensare a una parata.

Insomma due distinte foto accomunate ma rivelatrici di una profonda differenza politica e culturale. In quella di sopra c’è una donna sola, quasi estranea, in quella di sotto quattro donne e un un uomo che si abbracciano. Non basta: dalla coda dell’occhio emerge pure che la politica è ormai un affare da ricchi.

Elio Germano, l’artista introverso – Arianna Finos lo intervista e la prima domanda è: “Perché ha iniziato così presto a recitare?” Risposta «Noi molisani sparsi per l’Italia ci trovavamo tutte le estati nel nostro paese, noi ragazzini facevamo uno spettacolo con barzellette imparate durante l’anno. A 14 anni questa cosa era finita, eravamo cresciuti e questo mi mancava. Ero un adolescente introverso, problematico”.

Ultima domanda: “È peggiorata la condizione delle persone?” Risposta: “Di sicuro dal punto di vista economico, si continuano a fare leggi che favoriscono i ricchi”.

Giuseppe Tabasso363 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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