Achtung destre/ La Germania è sotto shock. Help

Per chi di noi si sente europeo ed europeista, la scorsa domenica è stata, Ferrari a parte, una nefasta giornata di passione politica: la Germania, Paese amico al quale ci lega la storia e interdipendenza economica, ha subìto un inquietante terremoto interno.

Si usa dire che i tedeschi amano gli italiani ma non li stimano e che gli italiani stimano i tedeschi ma non li amano”. Ora dobbiamo prodigarci affinché la stima rimanga intatta.

L’esperto Lucio Caracciolo nota che da Mare della Tranquillità, la Bundesrepublik è oggi Oceano delle Tempeste. E la tempesta è stata provocata da due Laender della ex Germania Est, Turingia e Sassonia, dove ha furoreggiato una valanga di elettori di estrema destra, neonazi, filo putinisti e anti europei, purtroppo fiancheggiati da spregiudicate destre francesi, ungheresi, spagnole, olandesi e, ti pareva, italiane che puntano a un infarto dell’Europa.

Il partito vincente l’Afd (Alternative für Deutschland) è quello di Björn Höcke, autore della frase scandalo “Hitler non fu il male assoluto” e la leader Alice Weidel è arrivata a dichiarare che “se l’Europa non ci ascolta ci resta solo l’opzione Dexit”, cioè l’uscita della Germania dalla UE, in quanto “la Germania non ha bisogno della UE per sopravvivere, anzi è la UE ad aver bisogno di noi”.

E’ una scriteriata minaccia di collasso della costruzione Europea, progetto mai riuscito a Putin (e a Salvini che lo sogna da sempre).

Intanto l’economia tedesca è in recessione, le imprese sono allarmate, la Volkswagen vuol chiudere uno stabilimento, la coalizione di governo è divisa, il cancelliere Scholz è inviso, i verdi sono odiati come i migranti (che sono in gran maggioranza a Ovest).

Tuttavia non si può sorvolare sulle ragioni dei tedeschi dell’Est che soffrono una disparità tra cittadini di prima e seconda classe. Si è calcolato ad esempio che in media uno stipendio di circa 4.500 euro all’Ovest scende a 3.750 all’Est. Di qui una emorragia di giovani e una spaccatura tra città e
campagna.

Insomma quella che soffre mezza Bundesrepublik è una forte percezione di subalternità che doveva far scattare le campane della sinistra. Invece tutto è caduto nelle grinfie della peggiore destra.

E ora? Ora con una Germania sotto shock s’impone una svolta cruciale. Proprio ieri MarioDraghi ha lanciato questo avvertimento: “Riforme rapide, se non cambia direzione l’Unione è finita”.

Pregasi rivolgere preghiere alla tedesca Ursula von del Leyen.

Giuseppe Tabasso357 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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