NOTEBOOK

Rubrica a cura di Giuseppe Tabasso

Buon Dicembre – Siamo all’ultimo mese di un anno tribolato che crea però una stretta sinergia col Natale. Dunque auguriamoci qualcosa di nuovo, di atteso e sperato.

Quel Potere senza Palazzo – Campobasso, capoluogo del Molise, può vantare sedi più che decorose come il Municipio, l’Università, la Giustizia, la Difesa, la Provincia, la Prefettura, perfino le Carceri. E la Regione? Ci son voluti nidi di topi per far capire che la sua sede è un obbrobrio nato da una filosofia improntata alla logica provvisoria del pied-à-terre e quindi priva di quel prestigio e decoro che dovrebbe connotare, anche formalmente, le istituzioni. Questi palazzi hanno una funzione storica come sedi di rappresentanza e legittimazione del potere. Succede invece che il più antico e imponente edificio del capoluogo, il Castello Monforte, è un Palazzo senza Potere, mentre l’istituzione più alta della regione è un Potere senza Palazzo.

NOTA – In passato il Molise ha avuto una sede decorosa (e costosa) ma era al centro di Bruxelles. Hanno dovuto svenderla perché inutile.

Dee bendate – Secondo l’Istat l’anno scorso la spesa media mensile di una famiglia molisana si è attestata sui 2 mila euro a fronte di un costo della vita e stipendi medi intorno a 1500 euro.
Flavio Briatore è giunto a chiedersi stupefatto: «Ma come fa una famiglia di quattro persone a vivere con 4mila euro al mese?» Non ce la fa pure se tagliano di 20 euro il canone Rai. Poi c’è il fortunato cittadino molisano che ricorre all’Eurojackpot e vince ben 4.243.653 euro, ma si tratta di regali della Dea Bendata, quella che ha bendato Trump all’orecchio destro.

Egemonie – Si continua a discutere sulla famosa “egemonia culturale” della sinistra sulla destra. Quelli di destra ora al potere cercano di rifarsi e sfottono col titolo di “radical chic” chiunque parla e scrive decentemente. Aldo Cazzullo, cambia invece le carte e ricorda spiritosamente che un’egemonia culturale della destra esiste da almeno quarant’anni indicando un preciso momento d’inizio: il televisivo slogan berlusconiano “corri a casa in tutta fretta, c’è un Biscione che ti aspetta”.

Giuseppe Tabasso365 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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