A proposito di giocattoli

Per i molisani chi amano la cultura, e in particolare il giornalismo, Giuseppe Tabasso è una celebrità. Ognuno di noi darebbe chissà cosa per ripercorrere anche solo un decimo della sua straordinaria carriera. Comunque sia, noi ci onoriamo di averlo tra i nostri collaboratori con una certa assiduità. Per questo non finiremo mai di ringraziarlo e di portarlo nel cuore. Di seguito pubblichiamo una vera e propria chicca, che Tabasso ha ripescato per noi nel suo ricchissimo archivio, una delle poche interviste concesse da Natalia Ginsburg corredata tra l’altro con foto del manoscritto originale firmato dalla grande scrittrice

di Giuseppe Tabasso

Era un dicembre degli anni ’60, si cominciava a preparare alberi di Natale, regali e giocattoli.
Scrivevo su un settimanale di successo (Annabella) e sul tema giocattoli pensai di intervistare una grande scrittrice, Natalia Ginzburg. Concedeva raramente interviste, ma speravo di riuscirci tramite suo marito, Gabriele Baldini, grande anglista e mioadorato professore. Tre giorni dopo mi arrivò una risposta scritta a mano – lei scriveva solo a mano – che conservo tuttora come una reliquia e che qui sotto vi trascrivo.

A proposito di giocattoli

Carattere essenziale dei giocattoli che fanno oggi è la volgarità. Belli erano i giocattoli della mia infanzia, le bestie avevano il pelo e la forma delle bestie vere; le bambole avevano i capelli, le guance, gli abiti delle vere bambine. Oggi, bambole e bestie non sono più fatte a immagine della realtà. Oggi sembra si sforzino di essere il più possibile mostruosi, ridicoli, grotteschi, irreali. Le bestie hanno orecchie enormi, pance enormi, labbra oscene, bianchi occhi spiritati.

Le bambole, o son vestite come dive del cinema, o, se vogliono apparire bambine, hanno parrucche ispide di strani colori e nasi a patata e sembrano la caricatura dell’infanzia.

La stessa volgarità è manifesta nei libri destinati all’infanzia: soprattutto nelle illustrazioni, Quanto ai testi ve ne sono di graziosi: ma ho l’impressione che chi scrive oggi per i bambini non abbia presenti alla memoria dei bambini veri. Ho l’impressione che si proponga di piacere agli adulti, i quali leggeranno quei libri ai bambini.

Una volta, al mio tempo, il mondo dell’infanzia non era contaminato dal mondo degli adulti: rimaneva in disparte, un paradiso intatto. La grossolanità, le deformazioni, le
irrequietudini, gli incubi degli adulti non li raggiungevano; vi si insinuava tutt’al più un ingenuo conformismo, ma innocuo, senza veleno. Oggi, nel mondo dell’infanzia si è
rovesciato il mondo degli adulti e vi impera.

Natalia Ginzburg

Natalia Ginzburg e Gabriele Baldini ne Il Vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini

Giuseppe Tabasso366 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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