Gli opposti per il restauratore, essere uno specialista ma anche essere versatile

di Francesco Manfredi-Selvaggi

 

I casi che si presentano ad un operatore del restauro sono variegati, vanno dal recupero urbanistico di un borgo medioevale al consolidamento di una chiesa. Situazioni più complesse sono quelle in cui insieme all’edificio bisogna restaurare anche gli affreschi alle pareti (Ph. F. Morgillo-Resti del tempio italico di Vastogirardi)

Il lavoro del restauratore richiede una certa versatilità tante sono le situazioni in cui si può imbattere. Una di queste, in verità inconsueta, è quella di opere in cui la pittura, murale, e l’architettura sono strettamente legate fra loro. Si prenda la celeberrima Cripta dell’Abate Epifanio dove il ciclo di affreschi avvolge l’ambiente voltato, così il dipinto copre tanto le pareti che le volte. A Roccamandolfi l’insieme croce viaria-basamento, posta in un vano semiaperto delimitato da un arcone, è sotto-posto ad una abitazione, qui il rapporto è tra architettura e scultura. Salvare l’una, l’architettura, senza salvare l’altra, sia essa scultura o pittura, non ha senso. Sono in relazione fra loro anche l’architettura, l’alzato, e il pavimento, la pianta, specie se è a mosaico, un’altra espressione artistica, il quale acquista maggiore significatività se letto insieme al volume architettonico che lo contiene.

L’arte musiva applicata ai piani di calpestio la si ritrova quando si tratta di pavimentazioni di stanze di rappresentanza e allora sarebbe opportuno ricostruire la sagoma dell’ambiente cui apparteneva; perciò al posto della solita tettoia a protezione degli scavi, in corrispondenza del lacerto di impiantito mosaicato della villa rustica di Canneto sarebbe opportuna una ricostruzione “stilizzata” del vano in cui era inserito completo di copertura. Il caso della cattedrale di Boiano è un po’ particolare pur rientrando nella medesima tematica, quella della compenetrazione tra “scatola” edilizia e apparato decorativo sia esso di tipo pittorico sia in stucco cioè le modanature architettoniche, dai fregi alle lesene ai capitelli e così via; è una situazione speciale perché il danneggiamento che ha subito è la perdita irreversibile di parte delle decorazioni, reversibili invece sono i danni all’architettura.

In altri termini, contrariamente, l’esatto contrario, alla casistica descritta prima, il contenuto è parzialmente compromesso, mentre il contenitore è salvabile. Al crollo durante il II conflitto mondiale di un pezzo del tetto si può rimediare, rifarlo con la medesima forma di quello originario, è un’impresa relativamente facile, si è trattato di riprodurre delle cose geometriche e la geometria, lo si sa, è una branca della matematica. Per i dipinti sulle pareti interne è diverso, se non si sono conservate immagini fotografiche accurate degli stessi è difficile persino farne delle copie; da qualche decennio le superfici dei muri all’interno lasciate nude nel dopoguerra sono state rivestite, a tratti, da affreschi i quali sostituiscono le pitture murali del Musa andate perse con la guerra.

La facciata della cattedrale è stata rivestita con lastre di travertino, una stesa uniforme, mentre prima era ripartita da una sorta di marcapiano posto a metà della stessa. Con la chiesa cattedrale di Boiano contemporaneamente chiudiamo il capitolo della congiunzione fra le varie arti visive, architettura, pittura e scultura e apriamo quello della rimessa in piedi di monumenti distrutti in un sol colpo, all’improvviso a causa di bombe, terremoti, frane, incendi. Gli immobili storici come del resto, non è un gioco di parole, il resto degli immobili sono oggetto di deterioramento dovuto ad azioni prolungate nel tempo, come la comparsa di una lesione sulla muratura che man mano si allarga favorendo l’ingresso nel corpo del muro di acqua piovana per dirne una.

Sul processo progressivo di degrado si può intervenire, sui fenomeni distruttivi repentini si può poco. La cattedrale boianese è esemplificativa di un’ulteriore questione che si aggiunge alle due elencate sopra che è la seguente: essendo, in condivisione con Campobasso, cattedra vescovile occorreva che non si interrompesse per lungo tempo lo svolgimento di riti religiosi, ne andava della vita della diocesi, per cui si provvide subito, ritornata la pace, a garantirne la funzionalità. Ciò pur con i limiti descritti sopra del mancato restauro “stilistico” ovvero in stile assumendo quali caratteri artistici quelli desunti da analoghe architetture essendo impossibile applicare i criteri del restauro “filologico” in quanto erano carenti le conoscenze su questa specifica architettura.

La subitaneità della riattazione della cattedrale del centro matesino è in contrasto con i lavori di restauro della chiesa di S. Maria delle Monache a Isernia i quali si protraggono ancora oggi nonostante siano trascorsi ottanta anni dalla fine della guerra ed è perché non c’è un’urgenza legata alla pratica del culto in tale spazio sacro. Non è detto, comunque, che sempre si sente il bisogno di rimettere in sesto edifici malridotti a causa di qualche evento traumatico accaduto all’improvviso. Il tragico terremoto del 2002 ha prodotto il venir giù della scuola di S. Giuliano di Puglia con la morte degli alunni di una classe: il dolore per la perdita della scolaresca non lo si può risarcire in alcun modo tanto meno risarcendo l’edificio scolastico. Così si è deciso di non riedificare la scuola e in quel sito realizzare il “parco della memoria”, qualcosa che assomiglia a quanto si è fatto a New York nel sedime delle Torri Gemelle.

Francesco Manfredi Selvaggi676 Posts

Nato a Boiano (CB) nel 1956. Ha conseguito la Maturità Classica a Campobasso e poi la laurea in Architettura a Napoli nel 1980. Presso la medesima Università ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Arte Medievale e Moderna e il Diploma di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti. È abilitato all’esercizio della professione di Architetto e all’insegnamento di Storia dell’Arte nei licei e Educazione Tecnica nelle scuole medie. Dal 1997 è Dirigente, con l’attribuzione di responsabilità nei servizi Beni Ambientali (19 anni), Protezione Civile, Urbanistica, Sismica, Ambiente. Ha avuto un ruolo attivo in associazioni ambientaliste quali Legambiente Molise, Italia Nostra sezione di Campobasso e Club Alpino Italiano Delegazione del Molise. Ha insegnato all’Università della Terza Età del Molise ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Campobasso, occupandosi all’interno dello stesso del progetto di Archivio dell’Architettura Contemporanea. È Giornalista Pubblicista e autore di articoli, saggi e del volume La Formazione Urbanistica di Campobasso. Le ultime pubblicazioni sono: «Le Politiche Ambientali nel Molise» (2011) e «Problemi di tutela ambientale in Molise» del 2014.

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