Mala tempora currunt – Mamma mia che guazzabuglio

di Giuseppe Tabasso
L’ormai famoso fondoschiena di Donald Trump, a suo dire baciato da numerosi capi di Stato, è entrato nella storia della scurrilità e del narcisismo patologico secondo noti psicanalisti.
Robert Shiller, Premio Nobel per l’Economia nel 2013, uno dei maggiori teorici dell’economia, afferma che è impossibile trovare un barlume di razionalità nel caos assoluto in cui il presidente americano ha gettato il mondo. E aggiunge che in lui si combinano la più sconfortante impreparazione economica e un’ostinazione di tipo adolescenziale.
Forse per questo le sconcezze non gli scappano per caso. Rovistando infatti nella strabiliante biografia di Donald John Trump ho scoperto un suo rivelatore libro pomposamente titolato: “THINK BIG AND KICK ASS”, che in italiano non può che tradursi: “Pensa in grande e calci in culo”.
Trump ha promesso una “età dell’oro”, mentre l’autorevole Economist annuncia in copertina che siamo entrati nella “età del caos”. La credibilità USA ha fatto un Tonfo, i mercati bruciano miliardi, i risparmiatori sono sotto shock, Wall Street va a picco, c’è allarme sul rischio recessione e le merci sono ferme nei porti.
Crollano infine anche i sondaggi del Presidente, per di più sospettato di insider trading, cioè di conflitto d’interesse.
Secondo esperti in materia, Stati Uniti e Cina si troveranno nell’assurda condizione di danneggiarsi a vicenda al punto di essere obbligati a trattare per raggiungere un accordo.
Intanto siamo tutti congelati per 90 giorni, ma nessuno s’illude che a giugno saremo sereni e rinfrancati.
C’è tuttavia qualcosa che potrebbe indurre noi europei a pensare veramente in grande.
Come è noto il trumpismo si regge da anni sul marchio MAGA (Make America Great Again), ma finora è stato un flop. Si pensi ad esempio agli attacchi contro l’istruzione e le università, quelle appunto che hanno resa grande l’America e ora registrano fughe di cervelli.
Tuttavia questa irriconoscibile America che ci isola e giudica mangiapane a tradimento, ci impone involontariamente un obbligo: quello di rilanciare l’Europa sovrana di se stessa che sogniamo da anni.

Giuseppe Tabasso376 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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