Il passato che intenerisce e che va abbandonato: «In solitudine», il nuovo romanzo di Rosanna Carnevale

È uscito per l’editore Portaparole France il nuovo romanzo di Rosanna Carnevale, «In solitudine».

È la qualità della lingua la prima cosa rilevante del’opera della scrittrice isernina. Un repertorio lessicale ampio e ricercato che dà profondità alla storia perché consente una puntuale percezione del paesaggio in cui si svolgono le azioni dei personaggi.

C’è, inoltre, una precisione scientifica e romantica – già presente in «Andante affettuoso», libro precedente della Carnevale – nella descrizione delle specie vegetali che ornano i giardini, che vivono ai bordi dei sentieri percorsi, che profumano l’aria e che dispongono i loro colori nei dirupi e nelle sezioni di spazio ai bordi delle strade o dei panorami osservati dalle finestre.

In questo ambiente così puntigliosamente descritto – e non certo per un desiderio di realismo fine a se stesso – il lettore si immerge per seguire le vicende di una donna che prova a cogliere il senso della sua esistenza senza pretese di assoluto. Vuole capire la sua essenza senza alcun desiderio di universalizzazioni filosofiche. Osserva e vive. Si osserva e si dà obiettivi da raggiungere: «La lentezza e la mia modalità, e devo sempre ricordare di non avere più urgenze che giustifichino l’insorgere dell’ansia e dell’operatività».

Dal passato tornano i ricordi. L’esperienza in ambito scolastico, soprattutto l’umanità di studenti e colleghi. La prima accogliente ed entusiasmante, nella purezza genuina di difficoltà normali e straordinarie degli adolescenti. Poi, quella degli adulti che si è oramai arresa alla pesantezza odiosa delle abitudini, delle consuetudini, della burocrazia che elimina i sensi di colpa.

Così ogni tentativo di modificare il corso degli eventi trova un muro di indifferenza sogghignante e ogni sforzo rimane frustrato e improduttivo.

«Ma Angelina… figlia sua e di tutti, se Dio esiste deve darle un’opportunità!
(…)

  • Tu vuoi sempre cambiare le cose secondo la tua visione, poco t’importa di dove vai a incidere e cosa realmente realizzi. Ti piace fare esercizio della tua liberalità.
  • O sei cieco o copletamente indifferente. La condizione della famiglia di Angela è un delitto che tutti noi perpetriamo, la condizione di quella donna è un delitto, la sua vita passata, presente e futura lo è.
  • Tu, sei cieca! Se non hai mezzi effettivi e dispensi solo illusioni impara a star zitta e goditi il tuo mondo dorato».

Colleghi e dirigente rimangono impassibili, incapaci di muoversi – dopo decenni di immobilità pigra e indolente – e tutto sembra riassumersi nella frase così frequente negli ambienti scolastici «Bene, metteremo a verbale il tuo punto di vista…».

Da quello stesso ambiente proviene, prima sottorraneo e lieve, poi prorompente e incarnato, il ricordo di una amore unico e denso. Un ricordo che, però, va lasciato lì dov’è. E la sua immagine ritrovata va adagiata sulla linea di un orizzonte marino che viene osservato serenamente da uno scoglio raggiunto a fatica.

Rosanna Carnevale emoziona. Spinge alla riflessione con punti di vista netti ma proposti con garbo e proprio per questo più penetranti. Racconta un amore e l’amore per la bellezza del mondo e degli uomini.

Giovanni Petta76 Posts

È nato nel 1965 in Molise. Ha pubblicato le raccolte poetiche «Sguardi» (1987), «Millennio a venire» (1998) e «A» (2016); i romanzi «Acqua» (2017), «Cinque» (2017) e «Terra» (2021) ; il saggio giornalistico «L'Italia delle regioni, il Molise dei ricorsi» (2001) e, con lo pseudonimo di Rossano Turzo, «TurzoTen« (2011) e «TurzoTime» (2016). Allievo di Mogol, ha inciso «Non crescere mai» (1993), «Trema terra trema cuore» (single, 2003), «Il bivio di Sessano» (2012). Ha diretto le testate «Piazzaregione» e «L'interruttore». Ha coordinato l'inserto molisano de «Il Tempo».

1 Comment

  • Giuditta Di Cristinzi Reply

    5 Gennaio 2020 at 12:26

    Concordo in pieno con la recensione del libro che sto ancora leggendo, che dovrò rileggere e studiare con attenzione per la presentazione del 10 che mi è stata affidata.

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