Servizi socio educativi per bambini a rischio. La regione ascolti l’alleanza delle cooperative molisane
di Micaela Fanelli
Lo avevo segnalato, formalmente all’Assessore Mazzuto e alle strutture della Regione Molise, lo scorso 8 aprile. Poi, in occasione dell’approvazione del Bilancio regionale, con un ordine del giorno ho riproposto la richiesta di prevedere in Bilancio 2020-2022 le misure di sostegno per le strutture di servizi ai bambini 0-6 anni, anche attraverso contributi diretti e immediatamente fruibili.
Un appello tristemente caduto nel vuoto e nell’indifferenza del Governo regionale, ma non della struttura tecnica dell’Assessorato, che aveva risposto di essere pronta ad adottare i provvedimenti necessari, se fossero stati finanziati in Bilancio, come, però, non è accaduto. E alle mie proteste in Aula, mi è stato risposto che le azioni riguardanti le somme veicolate attraverso i Comuni e gli Ambiti Territoriali sarebbero state assicurate, mentre interventi specifici per aiutare le cooperative impegnate nelle attività rivolte a questa specifica fascia d’età, non sarebbero state previste, e che le stesse dovranno partecipare ai bandi ordinari della Regione Molise.
Una risposta chiaramente inaccettabile, che non tiene conto della necessità di assicurare immediatamente a coloro che si occupano della formazione dei più piccoli, tutti gli strumenti indispensabili per sostenere, oggi, il peso della crisi e, domani, la ripresa della formazione scolastica in favore dei bambini, già a partire dai mesi estivi.
Una insensibilità talmente grave, che ha costretto l’Alleanza delle Cooperative del Molise a lanciare, pubblicamente, un grido di allarme e una richiesta di aiuto immediato alla Regione Molise, che non può liquidare la questione con una semplice alzata di spalle, abbandonando al loro destino i bambini e le strutture che si occupano di loro.
A rischio – scrivono nella loro lettera – i servizi educativi da 0 a 6 anni che, dal 5 marzo, hanno chiuso le loro attività e, ad oggi, non sanno ancora quando potranno tornare operativi, esclusi da qualsiasi aiuto od intervento. Impossibilitati, inoltre, ad accedere alle garanzie statali e regionali per la concessione di finanziamenti da parte del circuito bancario e a determinare, senza una ipotetica data di riapertura, la liquidità necessaria per fronteggiare i mesi di chiusura.
Un’incertezza – denunciano ancora i 29 servizi interessati, Agci, Legacoop e Confcooperative – che potrebbe compromettere definitivamente la loro riapertura, a cui si aggiunge l’ulteriore difficoltà di non poter presentare l’attività e la didattica ai genitori per le iscrizioni al prossimo anno scolastico.
Per scongiurare questa tragedia sociale, l’Alleanza delle Cooperative ha chiesto diverse azioni di supporto, che io stessa avevo sollevato anche in Aula: di snellire la procedura di liquidazione delle somme dovute alle sezioni primavera degli anni educativi precedenti e che sia corrisposto in tempi brevissimi l’acconto del 90% per l’anno educativo in corso, 2019/20 ad oggi ancora non percepito; il finanziamento regionale dell’anno educativo 2019/20 e chiarezza in merito ai mesi di servizio non resi a causa del Covid-19 e sulla modalità di rendicontazione dello stesso.
Questioni, quelle relative alla rendicontazione e liquidazione delle attività pre e post Covid, trattate dalla delibera di Giunta 128 del 15 aprile, ma sulle quali sarebbe necessaria ulteriore chiarezza, soprattutto in ordine al comma 2 dell’articolo 48, circa le spese sostenute dal 4 marzo in poi. A questo si aggiunge la richiesta di costituire, in tempi brevi, un Comitato Tecnico per affrontare le problematiche su indicate e programmare interventi incisivi ed urgenti per il settore.
Ma al Presidente Toma voglio anche rilanciare l’appello del Sindaco di Bari De Caro, di quello di Firenze Nardella e del primo cittadino di Ravenna De Pascale, affinché, in accordo con il Governo nazionale, tutti gli istituti scolastici, pubblici e privati, siano subito interessati dai lavori per rendere le aule compatibili con le norme di distanziamento sociale, attraverso procedure agili, a burocrazia zero, per iniziare immediatamente i lavori di adeguamento.
Disponendo ulteriori risorse per dotare le famiglie meno abbienti di tablet e pc, intavolando accordi con i gestori della telefonia perché la navigazione sulle piattaforme scolastiche sia sempre gratuita. Inoltre, per la ripresa delle attività dei bambini figli di genitori che torneranno al lavoro già dal 4 maggio, sempre in accordo con il Ministero dell’Istruzione, occorre fissare regole certe che dispongano un numero massimo di alunni per ciascun operatore dedicato. Lavorando per consentire la ripresa delle attività dal prossimo mese di giugno, soprattutto all’aperto, magari attraverso l’uso più flessibile dei voucher baby sitter, come oggi stesso ha dichiarato lo stesso Governo, che sta studiando le modalità operative.
Cosa ha intenzione di fare il Governo regionale? Davvero si vuole perseverare in questo crudele atteggiamento di indifferenza, mettendo a rischio i servizi pedagogici più importanti per i nostri bambini e il lavoro di tanti operatori che da anni, tra mille difficoltà, assicurano lo svolgimento di una funzione tanto importante per la nostra società?
Non commettiamo l’errore di farci trovare impreparati, ascoltiamo le richieste di coloro che si occupano della formazione dei nostri bambini e ragazzi, sosteniamoli in questo momento di crisi e adoperiamoci, oggi, subito, immediatamente, per essere pronti a garantire questi indispensabili servizi.
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