Lo sterminio delle Edicole nel Molise
di Francesco D’Episcopo*
Apprendo da lontano l’incessante sterminio di Edicole nel Molise e di edicolanti, costretti a chiudere bottega in seguito a condizioni e imposizioni insostenibili. Chiunque conosce, come me, quel lavoro e quei lavoratori, sa bene quanto più dura e faticosa e nobile sia la loro funzione rispetto all’apparenza. L’edicola è un luogo privilegiato di informazione e di cultura alla quale è stata più volte riconosciuta la preziosità non periferica ma centrale a livello umano e intellettuale, per essersi sostituita addirittura a biblioteche, sempre più chiuse.
Attorno ad esse mi capita di incrociare personaggi desiderosi di assicurarsi più di un solo giornale, per il gusto di attraversare, così ogni giorno, un mondo nuovo da scoprire; per approfondire e confrontare le varie opinioni e ricavare ogni giorno impensabili sorprese. La carta stampata celebra ancora i suoi trionfi ed è spesso accompagnata dall’offerta promozionale di libri pregevoli, che contribuiscono a diffondere dottrina e stile di vita.
L’edicola si rivela ancor più formidabile per lo sviluppo intellettuale della nostra gente. Non bastano computer ed altri sofisticati espedienti elettronici per rendere felice l’uomo, “nato – come poetava il sommo Dante – per seguire virtù e conoscenza”. L’uomo ha bisogno di socievolezze più larghe, di orizzonti più aperti per guadagnare la propria identità razionale. L’edicola è fondamentale. Piuttosto che massacrarle, occorre invece impiantarne altre, anche in quei numerosi piccoli paesi, laddove più limitato è il tessuto relazionale e sociaAscolto, intanto dal Molise il dispiacere e l’inquietudine di Vincenzo di Sabato e il muto linguaggio di tutto un popolo deluso.
Pare ci sia – secondo lui – una evaporazione di responsabilità, un tragico correre verso l’estuario dell’indifferenza. Per le Edicole esiste da molto tempo, una situazione lasciata nel nulla, forse per pigrizia. Vincenzo vorrebbe esortare Presidenti, Assessori, Parlamentari, Amministratori Insomma ogni organismo preposto a difesa degli interessi legittimi del cittadino. Del resto è generoso per tutti realizzare il bene comune con rigore e dignità, seppur in assenza di onorari. Più che nelle grandi battaglie – prosegue Vincenzo – il dinamismo e la magnanimità, si esercitano nelle piccole destrezze e nell’eroismo quotidiano, superiore a quello solenne e protocollare.
Dicendo grazie al Di Sabato per le sue roventi parole di rabbia, riprendo il filo del mio dire, rafforzando l’assurdità di un simile e attuale stato di cose. Si deliberi, si inventino accorgimenti, si metta in atto, con onestà e sollecitudine, qualunque azione politica, amministrativa, collettiva, popolare volta a individuare responsabilità, a scongiurare nel Molise il fallimento della civiltà e a restituire il maltolto almeno nei luoghi gaudiosi dei nostri mitici giornalai. Persino Larino, la città storicamente colta, “l’Urbs princeps” dei Frentani, ha perduto l’Edicola! E’ il simbolo ormai disonorevole dello sconquasso. E’ il massimo insulto al più piccolo esercizio di libertà e all’inviolabile diritto di informazione.
*già Università di Napoli “Federico II”
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