Dall’infanzia “colta” alla socialità negata dei nostri borghi

di Giuseppe Tabasso

Quando non c’erano le odierne carenze demografiche, i bambini dei nostri borghi vivevano esperienze straordinarie ma irripetibili per i loro coetanei di città legati a realtà più virtuali che reali.

Nel microcosmo paesano il bambino “assorbiva” tutto: vedeva il sindaco e l’arciprete, il maresciallo dei carabinieri, battesimi, nozze, funerali, scazzottature e “monte” di animali (da cui apprendevano con naturalezza i meccanismi riproduttivi).

Quei bambini vedevano falegnami, calzolai, fornai, mungiture di vacche e uccisioni di maiali. Entravano e uscivano perfino da casa in libertà. Distinguevano un passero da un merlo, una lucertola da una biscia, un fungo da una patata. Fu Don Milani a dire che i bambini di paese sono infinitamente più “colti” dei loro coetanei metropolitani.

Nei borghi abbondava infine uno dei beni più preziosi delle società moderne: il tempo. Quello divorato nelle grandi città, dette appunto “cronofagiche”.

Oggi invece tutto è cambiato e il futuro dell’infanzia, cioè quello del nostro Paese, è legato strettamente a un eccezionale disponibilità di strutture scolastiche funzionali, a partire dagli asili nido.

E qui nascono note davvero dolenti per il Molise. Le statistiche mettono ai primi posti Toscana, Umbria ed Emilia Romagna (36%), seguite da Lazio e Valle d’Aosta (34%). Marche e Friuli Venezia Giulia scendono al 28% – 26%) e infine si piomba al 9% di Molise e Calabria e al 6% della Campania.

È un problema che specie nel meridione peggiora la denatalità, non solleva affatto le donne e nega il diritto infantile alla socialità.

Intanto la stragrande maggioranza dei piccoli Comuni è costretta a gettare la spugna per la scomparsa di ben 1018 progetti PNRR. E i sindaci non se la sentono di avviare i lavori.

Intervistato da Repubblica, il sindaco di Mirabello Sannitico, Angelo Miniello, dice: “Noi non abbiamo rinunciato a niente, ma facciamo tanta fatica. Il ministero dell’Ambiente rimborsa a tempo di record, ma gli altri hanno tempi biblici. Da un anno a questa parte sul PNRR per i Comuni non si muove più nulla, non si vede più un bando, non un finanziamento”.

E ora da dove usciranno i bambini “colti” di Don Milani?

Giuseppe Tabasso364 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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