Almanacco del giorno

Foglie d’erba – A 25 anni dal terremoto che non l’ha ancora rimessa in piedi, l’Aquila è stata eletta Capitale della Cultura dopo aver presentato un pirotecnico dossier basato su cinque abbacinanti multi-finalità. Eccole: multiculturalità, multiriproducibilità, multidisciplinarietà, multinaturalità e multitemporalità. Come si vede, trattasi di multi-target comprensibili solo da possessori di multi-lauree. Auguri.

Naturalmente Agnone c’è rimasta male, però è stata capace di rassegnarsi e di non prendersela con la politica, tramutando tutto in un wishful thinking, espressione anglosassone che scambia i sogni per realtà.

Eppure, l’Atene del Molise poteva sorprendere mezza Europa sfoggiando i suoi multi-materiali: biblioteche riunite, 13 chiese e musei di ogni tipo: museo Civico, museo del Sacro, del Rame, delle Antiche fonderie, della Bilancia, dell’Artigianato, perfino della Radio, della Moda, dell’Arte casearia, della Transumanza, delle Scienze naturali. C’è pure il “Confetto riccio” e su tutto la spettacolare tradizione della ‘ndocciata.

Gennaro Sangiuliano, detto Giuliano Sangennaro, ha tenuto a ricordare che l’Abruzzo ha dato i natali a Benedetto Croce (Pescasseroli). Rispetto al quale il Molise poteva giocarsi Vincenzo Cuoco (Civitacampomarano) e pure Agnone fregiarsi quantomeno della generazione Gamberale, iniziando dalla notissima Chiara fino al dimenticato Luigi Gamberale che nel 1887 fece scoprire al mondo letterario il grande Walt Whitman con la sua prima traduzione Italiana di “Leaves of Grass”.

Euroelezioni – Viviamo in un Paese – quello che la Meloni si ostina a chiamare Nazione – nel quale si rimpallano tre tipi di identità. La prima è robustamente regionale, perfino campanilistica; la seconda, quella nazionale, funziona a giorni alterni e tocca i picchi massimi solo dinanzi allo sport; la terza, quella europea, langue nelle nebbie della misconoscenza, della sottovalutazione e perfino del negazionismo.

C’è allora da chiedersi cosa combineremo il 9 e 10 giugno per consolare una mamma, l’Europa, che ha più figliastri che figli.

Parole, parole, parole – Gianrico Carofiglio, uno che usa il linguaggio in modo impeccabile, ha scritto che “la regola di dittatori e demagoghi è sempre stata la ripetizione ossessiva delle frasi fatte, vuote di concetti. Le parole possono essere potenti strumenti di trasformazione o, al contrario, fattori di intossicazione demagogica.”

Esempio: “consentire a noi cittadini del mezzogiorno dì fare uno scatto in avanti in termini di orgoglio“…. “ è tempo di avviare un nuovo percorso nell’interesse dei molisani” (copyright Patriciello).

Giuseppe Tabasso364 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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