La pietosa liquefazione politica di Aldo Patriciello agli inferi della nuova Europa

La decima legislatura dell’Unione Europea inizia con un secondo mandato a Ursula von der Layen, donna ora più forte e sola al comando che promette riforme di ampia portata.

Giorgia Meloni, ha sbagliato a non votarla, ma l’Italia, Paese fondatore dell’UE, non poteva essere esclusa e così Raffaele Fitto figura ora tra i venti vice presidenti esecutivi (strettamente controllati da consiglieri “ursulani”).

Tutti i vari gruppi politici (8 più quello dei “non iscritti”) sono ormai composti e ai molisani forse può interessare dove è andato a cacciarsi il loro unico eurodeputato, Aldo Patriciello.

Come è noto il venafrano ha ripudiato il suo ventennio da forzista e ha fatto il salto della quaglia sul Carroccio. Di conseguenza ora fa parte, con Vannacci e altri sei commilitoni, del “Gruppo dei Patrioti”. Gruppo ideato dal fautore della “democazia illiberale”, l’ungherese Victor Orban, sostenuto da Marine Le Pen e da ultra-destre olandesi, portoghesi, ceche, austriache, slovene e, appunto, dalla Lega.

Essere patrioti non è un peccato, purché il patriottismo non si coniughi con nazionalismo e campanilismo. Sta di fatto però che questi “Patrioti” sognano paradossalmente di poter euoropeizzare il nazional-campanilismo distruggendo il sogno unitario dei padri fondatori basato sul motto UE: “Unità nella diversità”.

Da ricordare infine che l’essere dichiaratamente anti-europei e filo putiniani, cioè il peggio dell’estremismo sovranista, ha posto a Bruxelles il
problema di formare addirittura un “cordone sanitario”.

Detto questo c’è dunque da chiedersi che se ne fa il Molise di un Patriciello leghista anti-europeo che si ritrova da paria in una specie di legione straniera dove contano solo Orban e Le Pen? Non rimane che attendere le forbite vendette che arriveranno dalla coriacea Ursula Von der Laden.

Giuseppe Tabasso367 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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