Natura e Memorie

Daniela Pietrangelo racconta il progetto speciale dell’associazione Assembramenti Culturali per persone con l’Alzheimer o che vivono una condizione di demenza

di Miriam Iacovantuono

La natura è armonia” scriveva Emily Dickinson e proprio il voler creare una concordanza a contatto con l’esterno sta alla base di Natura e Memorie. Un progetto che l’associazione Assembramenti Culturali ha ideato per persone con l’Alzheimer o che vivono una condizione di demenza e che si è realizzato grazie al Fondo di Beneficenza di Intesa San Paolo. L’AIGAE – Associazione Italiana Guide Ambientali Escursionistiche – ha patrocinato il progetto.

L’associazione, nata a Isernia nel 2020 subito dopo il primo lockdown a causa del Covid, riprende proprio il termine assembramenti, gli stessi che in quel periodo erano vietati, per trasformare questa parola in qualcosa di positivo e unirla a culturali.

Daniela Pietrangelo, presidente dell’associazione spiega che le attività portate avanti sono per lo più di carattere culturale. Mirano a far conoscere il territorio molisano sotto l’ambito del patrimonio naturalistico, dell’audiovisivo e anche della letteratura. Attività rivolte ai bambini, agli adulti e anche alle persone con disabilità.

Natura e Memorie, tra le iniziative portate avanti, è un progetto speciale, giunto alla seconda edizione e che si rivolge a persone che vivono una condizione di demenza o con l’Alzheimer e a chi se ne prende cura e che spesso sono o i familiari o i caregiver professionisti.

Per questa iniziativa sono state coinvolte diverse RSA sia dell’Alto Molise della provincia di Isernia che della provincia di Campobasso.

Dietro questo progetto – spiega Daniela – c’è un equipe di lavoro. Ci sono Guide Ambientali Escursionistiche, c’è un medico referente geriatra e ci sono poi infermieri o OSS che seguono le attività. Questo gruppo è composto da me come Guida Ambientale Escursionistica, hanno poi collaborato anche Valeria Fabrizio e Michele Permanente sempre Guide Ambientali Escursionistiche. Anche quest’anno ha partecipato Carmen Giancola come co-guida. Il medico referente è il dottor Mino Dentizzi, geriatra”.

Il progetto in due anni si è spostato in diversi luoghi naturalistici della regione. Dal Giardino della Flora Appenninica di Capracotta a Villa De Capoa e Bosco Faiete a Campobasso. Passando per le riserve naturali come quella di Monte di Mezzo di Vastogirardi e il Parco dell’Annunziata di Casalciprano. E ancora alla Fattoria Sociale del Giardino dei Ciliegi di Montemitro. Luoghi dove le persone a cui è dedicato il progetto vengono coinvolte in attività di socialità e socializzazione all’aperto.

Questa di stare in natura – commenta Daniela – è una grande sfida perché non è facile prevedere i trasporti, non è facile spostarsi. Lo stare in natura, però, apporta dei grandissimi benefici, a tutte le persone. È stato studiato ormai da tempo che frequentare luoghi naturalistici, abbassa il livello di cortisolo, quindi si abbassa il livello dello stress e questo favorisce il benessere psicofisico”.

Un progetto alla cui base ci sono delle attività che hanno a che fare con la terapia forestale e quindi lo stare in mezzo alla natura. Tra questi la presidente dell’associazione ricorda la pratica giapponese Shinrin-yoku che significa bagno di foresta. Dunque, cure non farmacologiche che incidono sul benessere di ogni persona e che hanno riscontri positivi su persone con demenza e Alzheimer. E che aiutano la medicina tradizionale.

Se il Molise si presta molto bene a un progetto di questo genere proprio per essere una regione verde con riserve naturali, parchi, oasi e zone SIC, dall’altro lato presenta delle difficoltà.

Pur avendo aree così verdi spiega Danielamolte di queste non sono accessibili a persone che hanno disabilità motorie, perché bisogna pensare che avendo una certa età e anche altre problematiche, deambulano o non hanno più capacità motorie. Hanno bisogno quindi di spostarsi con girelli o con stampelle o in carrozzina. Ai progetti, infatti, hanno partecipato anche persone con difficoltà motorie e quindi – continua – abbiamo dovuto mettere a disposizione mezzi di trasporto idonei per poterli portare. Ci siamo resi conto che in Molise auto mediche o pulmini su cui possono salire più di una carrozzina, non ce ne sono tante. La carenza di mezzi del genere non facilita certo lo spostamento di queste persone”.

Questo dunque evidenzia che da una parte c’è una carenza di mezzi e dall’altra non ci sono zone verdi totalmente accessibili a persone che deambulano. L’unico luogo adatto per accogliere persone con disabilità e che è accessibile totalmente è il Giardino della Flora Appenninica a Capracotta, nato proprio con questo scopo.

Un’altra difficoltà descritta dalla presidente di Assembramenti Culturali è quella legata al coinvolgimento delle famiglie di queste persone che molto spesso si trovano in una fase iniziale della malattia che non è sempre facile accettare da parte dei familiari.

Partecipare a un progetto come il nostrocommenta Danielavuol dire uscire allo scoperto. Mentre nella fase iniziale la reazione è l’opposto, stare dentro, chiudersi in casa. Per questo l’obiettivo è stare fuori, socializzare, stare bene con gli altri all’aperto”.

Per i protagonisti del progetto invece le emozioni e le sensazioni sono state tutte positive. Una bella esperienza vissuta come una gita per andare a conoscere dei posti nuovi o riscoprire luoghi legati alla propria vita. “Per loro dice Daniela con un pizzico di emozioneè un vero e proprio viaggio. In molti casi sarebbero rimasti con noi ancora per qualche ora. Ci si rende conto che questa cosa funziona perché spezza la quotidianità. Per loro è un grande momento di gioia, anche rivedere luoghi dove non c’erano stati da tantissimo tempo o li frequentavano da giovani e non avevano avuto possibilità di ritornarci, oppure scoprire nuovi luoghi che non avevano mai visto. Dunque, l’uscita è piacevole anche per questo motivo. E poi gli elementi naturali portano a galla tantissimi ricordi”.

Il progetto lo scorso anno ha avuto come tema centrale quello dei cinque sensi. Ogni uscita era dedicata a un senso. Le stimolazioni sensoriali legate ai ricordi partivano proprio nell’annusare un elemento naturale, toccare alcune forme, ascoltare alcuni suoni. Quest’anno invece gli organizzatori hanno lavorato sul racconto. Il progetto è stato preceduto da una fase formativa che si è tenuta nel Giardino della Flora Appenninica a Capracotta con due formatori di Musei Toscani per l’Alzheimer.

Durante la fase formativa racconta Danielaabbiamo avuto la possibilità di conoscere bene come relazionarsi con queste persone. Qual è il giusto linguaggio da utilizzare con loro. Come gestire le varie difficoltà che possono nascere in un incontro di questo tipo. Tutto è incentrato sul raccontare storie”.

Le storie, le sensazioni e le impressioni dei protagonisti sono state raccolte, insieme a un racconto condiviso, in una piccola pubblicazione che contiene anche le foto ricordo. Un lavoro che l’associazione sta consegnando a ogni gruppo che ha partecipato al progetto. Un modo per far rimanere questa esperienza con loro, nella loro struttura.

Sociale, natura, memoria, escursioni, anziani, sono dunque i fili rossi perfetti per creare una bella rete intorno a questo progetto che vuole creare sempre più una società, una comunità a misura di persone con demenza e Alzheimer. Dunque, una comunità Demenza Friendly per cui è importante sensibilizzare la comunità stessa.

Ora l’augurio di Daniela e dell’associazione è che “la demenza possa essere vissuta non più come un tabù, una problematica, ma come una condizione. Il progetto punta proprio su questo, dare parola a queste persone, far vivere loro un momento insieme ad altri, far conoscere nuovi posti e quindi mantenerle ancora vive, sensibilizzare sempre più”.

E alla volontà di andare avanti per raggiungere questi obiettivi si aggiunge il desiderio di vedere il patrimonio naturalistico del Molise accessibile a tutti, anche a persone con qualunque tipo di disabilità non solo motoria, ma anche cognitiva o sensoriale.

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