Se Isernia galleggiasse verso l’Abruzzo
Molti di coloro che amano il Molise pure da lontano lo apprezzano per una serie di pregi, convenienze, buone creanze, senso di sopportazione e amore per la propria terra. C’è pure chi scommette che prima o poi la regione proromperà come una specie di underdog.
Non mancano però quelli che vedono un Molise maglia nera, marchiato dal complesso di Calimero, il “pulcino piccolo e nero”, addirittura destinato a lenta e fatale estinzione. Facciamo le corna.
La consueta analisi del Censis sugli italiani del 2024 ha rilevato che quest’anno il nostro Paese è stato colpito da una strana e collettiva “sindrome da galleggiamento”.
E’ una sintomatologia nazionale facile da imputare alla politica, se però scendiamo a livello molisano riscontriamo un esempio di galleggiamento attribuibile ai 5 mila cittadini di Isernia e provincia tentati a distaccarsi dal Molise per passare – o tornare – in Abruzzo con tanto di qualche anno porterebbe la regione sotto i 200 mila abitanti. E quindi in articulo mortis.
Il sindaco di Isernia, Piero Castrataro, uno che non galleggia e predilige il dialogo, dice che “dividere non è una soluzione”. Parole di grande saggezza per calmare bollenti spiriti. Rimane tuttavia il sospetto di un dispetto politico.
Quanto alla lacrimuccia, mi sovviene una lontana reminiscenza legata al tempo degli Alleati che, a guerra non ancora finita, fecero reggere le sorti del Molise a un uomo di grande statura morale, Ferdinando Veneziale, antifascista e aventiniano. Suo padre Gabriele fu deputato all’epoca di Giolitti. Uno dei suoi figli, Gabriele, fu consigliere regionale e Marcello due volte Presidente della Regione.
Isernia vanta dunque la memoria di una sua “aristocrazia politica”. Sarebbe proprio un peccato svenderla giusto per vedere l’effetto che fa.
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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