Napoli e Rio atterrano a Venafro «Da Copacabana a Capodichino»

di Giovanni Petta

«Da Copacabana a Capodichino» è il nuovo spettacolo di Maurizio Santilli, andato in scena con successo in due serate consecutive alla Palazzina Liberty di Venafro. Lo spettacolo era già stato rappresentato al Teatro Planet di Roma. Le due serate venafrane, dunque, sono state una vera e propria prima molisana.

Sul palco, insieme all’attore, la cantante italo-brasiliana Italia Vogna e il batterista Oreste Sbarra. Tre artisti e un unico sentire, omogeneità nella necessaria diversità, per rendere ciò che era nella testa e nella penna di Santilli.

Vinicius de Moraes e Ugo Calise, Chico Barque de Hollanda e Domenico Modugno, Joao Gilberto e Fred Bongusto si sono rincorsi per un’ora e mezza di allegria e profondità, di divertimento e riflessione, com’è da sempre nelle proposte di Maurizio Santilli, ancora più bravo come chitarrista, questa volta, di quando lo abbiamo ascoltato nei panni del “Menestrello napoletano”. E già allora aveva mostrato qualità straordinarie.

Gli aneddoti e le curiosità, gli arrangiamenti scelti, il porgere con attenzione il testo, l’apologia della Bellezza… sono questi i punti fondamentali del discorso che Santilli declina da anni nei suoi lavori musicali e anche in quelli prettamente teatrali come “I dialoghi tendenti alla felicità” o l’omaggio agli umoristi del Novecento di “Sarò bre”.

In questo spettacolo, Italia Vogna ha interpretato con arte e cura, con attenzione delicata, le canzoni immortali della tradizione musicale brasiliana del secolo scorso – “Desafinado”, “Garota de Ipanema”, “O Que Será”… – e poi quelle della canzone napoletana. E lo ha fatto, nelle due lingue, con la stessa grazia e precisione.

Oreste Sbarra, tempo e colore, ha sostenuto Santilli nel lavoro ritmico e timbrico, facendo sì che la chitarra, unico strumento in campo oltre alle percussioni, potesse cucire abiti straordinari ai testi bellissimi che venivano di volta in volta cantati. Un lavoro, quello di Sbarra, di misura e garbo, di eleganza estrema, che ha dato un contributo importante alla riuscita delle due serate.

«Da Capocabana a Capodichino» è piaciuto molto. L’idea di mettere accanto i due popoli, così distanti geograficamente e così vicini culturalmente, è stata davvero ricca di esiti positivi. Santilli si è divertito a sottolineare le vicinanze: il caffè… il mare e il sole… l’allegria e la tristezza sorbite insieme quotidianamente… Pelé e Maradona… E poi ha subito cercato le zone d’incontro musicali, gli inchini alla stessa luce, l’attenzione alle stesse pieghe dell’anima… E, insieme a Italia Vogna e Oreste Sbarra, ci è riuscito in maniera davvero entusiasmante, con profondità e ironia, con serietà e sorriso.

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