“La nostra patria è il mondo intero, la nostra legge è la libertà”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa a firma di Molisani e molisane antifasciste
Se c’è una voce che realmente, per anni, si è levata nel nostro Paese e nel nostro territorio, inascoltata, è proprio quella delle “persone migranti e straniere”, e non di certo quella di un gruppo politico pericoloso che continua ad esistere soltanto grazie all’indifferenza delle istituzioni.
Da anni, ormai, il tema della sicurezza è al centro del dibattito pubblico, e non è privo di connotati politici: chi decide cosa o chi sia sicuro? Secondo quali interessi? Tramite quali mezzi? In base a quali pregiudizi?
La ricerca di “sicurezza” non può basarsi sulla paura, sulla repressione, sulla generalizzazione, sulla disinformazione e sulla violenza: la sicurezza è prima di tutto sociale, la certezza di avere un tetto sulla testa, la possibilità di avere un lavoro stabile e dignitoso, l’opportunità di avere un’esistenza serena, indipendentemente dalla propria provenienza. Misure come quelle proposte da Casapound sono lo specchio di una realtà politica che, oltre a non sapere di cosa stia parlando, non ha interesse a tutelare il cittadino (peraltro, vorrebbe tutelarlo da un nemico che non esiste), ma ad averne il completo controllo.
Del resto, i fascisti sanno bene che soffiare sull’odio, soprattutto di chi ha minori possibilità di difendersi o essere ascoltato, è il modo più semplice per ottenere consensi: così come sanno che far leva sull’emotività degli italiani (e dei molisani) in difficoltà è molto più facile di metterli davanti alla realtà. E la realtà è che per quanto sia rassicurante pensare di risolvere problemi complessi come l’assenza di lavoro, il caro vita e l’emergenza abitativa con soluzioni semplici, cacciando persone che vi hanno ben poco a che fare, la responsabilità di queste difficoltà è da cercare nella gestione di questo paese e in come scegliamo di reagirvi. La proposta di “remigrazione” è irrealizzabile: così come lo sono i Centri costruiti in Albania con l’attuale maggioranza di Governo, una proposta il cui senso è molto simile a quello che avanzerà in piazza Casapound. E, anche se fosse realizzabile, avrebbe costi tali (vedasi, ancora, i Centri in Albania), in ambiti molto diversi tra loro, da non apportare alcun beneficio alla comunità molisana e italiana, che invece si dice di voler supportare. Tra l’altro, staremmo parlando di un gruppo di persone diversificatissimo, impossibile da ridurre a “baby gang straniere” che “spadroneggiano” nei quartieri o “prendono in ostaggio” le città: e, in generale, le origini di ciascuno di noi sono un tema delicato e complesso, che non si può pensare di limitare ad stereotipo. Ma, soprattutto, la proposta di “remigrazione” è disumana.
Come cittadini, quanti diritti di queste persone sareste disposti a violare, pur di vederli lontani dalle città in cui vivete, per vivere nell’illusione che, in questo modo, le vostre vite possano migliorare? Quello all’unità familiare? Separando coppie e/o famiglie, se uno dei membri è migrante e/o straniero?
Quello alla loro privacy? Risalendo alla provenienza dei genitori di persone che sono da anni in questo paese, pur di capire se siano figli di migranti e allontanarli?
O forse, preferite quello alla difesa o all’equo processo? Che senso ha che una persona si presenti davanti a un giudice e argomenti le proprie ragioni, se il motivo per cui ha agito è necessariamente legato al fatto che sia migrante e/o straniera?
Poco importa che, per molte persone immigrate in Italia, la criminalità sia una scelta obbligata, dovuta all’abbandono dello stato.
Magari, quello alla vita? In fondo, se abbiamo accettato tacitamente il rinnovo, da parte di varie forze politiche, dei Patti con la Libia, dove i migranti “rimpatriati nel paese d’origine attraverso strumenti di collaborazione diplomatica ed economica” sono soggetti a un trattamento degradante, o persino la nascita dei CPR, sotto indagine da anni per le violenze che si consumano al loro interno, o ancora, continuiamo a negare la responsabilità nel nostro paese nello sfruttamento e distruzione di molti dei territori da cui provengono “gli stranieri”, possiamo accettare anche una “remigrazione”.
La vostra firma, sulla loro petizione, ha un costo visibile, quello delle tasse che faticosamente versate, e, più di tutto, invisibile: la vostra coscienza. Ci sentiremo al sicuro solo quando la sanità di questa regione garantirà il diritto alla salute a tutti i suoi cittadini, indipendentemente dalla classe sociale, senza dover ricorrere compulsivamente a strutture private o alla fuga dal Molise.
Ci sentiremo al sicuro solo quando le scuole, anche dei paesi più piccoli, non avranno tetti che ci crollino in testa, e offriranno una formazione aggiornata rispetto al cambiamento del nostro paese e del resto della comunità internazionale.
Ci sentiremo al sicuro solo quando saranno disponibili opportunità di lavoro nel territorio per tutti quei giovani costretti a lasciarlo (a EMIGRARE, se preferite), facendo pagare migliaia di euro alle loro famiglie o versandone, personalmente, oltre le proprie possibilità.
Nessuno di questi scenari richiede l’allontanamento di migranti o persone straniere: al contrario, dal confronto con l’altro potremmo ricavare soluzioni che, altrimenti, ci sarebbero precluse.
Il problema di questa regione, per anni, è stato e continua ad essere il fatto che resti troppo “chiusa in se stessa”: Casapound propone, come soluzione al nostro isolamento, di isolarci ancora di più, con buona pace del buon senso.
Pensare di sciogliere le organizzazioni fasciste in Italia sta diventando sempre più difficile: del resto, gli eredi del vecchio fascismo, e rappresentanti del nuovo, sono ormai al Governo.
Gruppi come Casapound, depositari di ideologie che dovrebbero essere morte e sepolte da anni, lo sanno bene, e stanno gradualmente ri-occupando spazio.
Noi cittadin*, convintamente antifascist*, non stiamo al loro gioco, e vi invitiamo a prendere posizione: il nostro territorio sarà anche piccolo, e poco incline, rispetto ad altri, al fermento politico, ma non per questo la sua popolazione si merita di essere presa in giro.
Non possiamo lasciar serpeggiare l’idea che l’alternativa alle nostre attuali difficoltà sia l’odio, e che questo ci stia bene.
Saremo sempre dalla parte di chi pratica il diritto a migrare, indipendentemente dalle sue origini.
“La nostra patria è il mondo intero, la nostra legge è la libertà”
Molisani e molisane antifasciste
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