Le transazioni milionarie con Neuromed e Cattolica: vietato parlarne
Lo stato in cui versa la sanità pubblica nella nostra regione è sotto gli occhi di tutti: la preghiera di non ammalarsi è diventato l’esercizio quotidiano dei molisani che hanno smarrito ogni certezza in termini di cura e di effettiva tutela del proprio diritto alla salute. È tutta colpa delle ‘punizioni’ finanziarie riconducibili ai debiti accumulati e al Piano di rientro? Questa è la litania ufficiale che viene ripetuta come un mantra, ma la questione merita di essere approfondita perché la sensazione è che non la si racconti tutta.
Per alcune strutture private, infatti, non sembra valere né il Piano di rientro né le ristrettezze economico-finanziarie, noti alibi per giustificare lo stato comatoso della sanità pubblica. Non parliamo di bruscolini, bensì di operazioni economiche di decine di milioni di euro, delle quali incredibilmente quasi nessuno parla. Lo scorso anno, la Regione guidata da Paolo Frattura ha liquidato circa 100 milioni di euro – per la precisione 86 – in favore di Neuromed (46), dell’Università Cattolica e della Fondazione Giovanni Paolo II, per il pagamento di prestazioni sanitarie contestate risalenti, nel caso di Neuromed, addirittura a ventuno anni prima!
Dove ha preso i soldi la Regione? Ha acceso un mutuo di 250 milioni proprio per il pagamento dei debiti sanitari accumulati negli anni: un terzo del mutuo è stato utilizzato per le transazioni con il Neuromed e la Cattolica. E qui prende corpo la prima stranezza, perché la legge che ha consentito alla Regione di accedere al mutuo ha previsto la possibilità di saldare solo “i crediti certi liquidi ed esigibili”, mentre quelli liquidati a Neuromed e Cattolica di fatto corrispondevano a prestazioni sanitarie tutte oggetto di giudizi pendenti che la Regione e la Asrem avevano contestato sia nell’an che nel quantum. Dunque né certo, né liquidi né esigibili…
Un’altra singolare circostanza riguarda i presunti crediti più datati (nel caso di Neuromed risalenti al 1993), al cui pagamento ha provveduto la Regione nonostante la struttura fosse contrattualizzata con la ex ASL di Isernia, attualmente in liquidazione e facente capo ad un Commissario con il compito di liquidare, appunto, tutte le pendenze. Come mai nel caso di Neuromed ha provveduto direttamente la Regione e non la gestione liquidatoria?
Ma non è tutto. È strano anche che atti così rilevanti in termini finanziari siano stati approvati soltanto con determina del dirigente, senza un pronunciamento né della Giunta né del Consiglio regionale né del Commissario ad Acta. Anzi, ad onor del vero, c’è da evidenziare un secondo aspetto apparentemente inspiegabile: nel caso di Neuromed, molti mesi dopo l’adozione della determina dirigenziale, si è scomodato Frattura in persona per “convalidare” gli atti compiuti dalla D’Innocenzo, sanando in questo modo qualsiasi possibile contestazione in ordine ad ogni eventuale “vizio di incompetenza”. Perché il Commissario Frattura non ha convalidato anche le transazioni con la Cattolica?
Il differente trattamento tra Neuromed e Cattolica, in realtà, non finisce qui. Basta leggere i documenti pubblicati sul sito della Regione Molise per rendersene conto, anche senza essere esperti della materia: mentre per la Cattolica sono indicate analiticamente le prestazioni oggetto di rimborso, per Neuromed la Regione si è ‘accontentata’ di ben più scarni “riepiloghi” per macroaree, rinviando a documenti di dettaglio che però non sono accessibili. Come ha fatto la Regione a determinare l’importo dovuto alle strutture private se i contenziosi erano, per la maggior parte, ancora in corso?
Oltre al Codacons, che su questi argomenti ha proposto ricorso al TAR Molise, la domanda se l’è posta anche il Tavolo Tecnico dei Ministeri della Salute e dell’Economia, dichiarando testualmente di non avere elementi sufficienti per valutare la legittimità e la convenienza per la Regione di questa mega operazione che è passata nel silenzio pressoché totale dell’informazione, degli addetti ai lavori e, manco a dirlo, delle opposizioni, se si eccettua un intervento del consigliere Scarabeo e un’interrogazione parlamentare del sen. Di Giacomo, di cui ignoriamo persino se abbia mai ricevuto risposta.
In attesa del pronunciamento del TAR, confidiamo che la Regione voglia offrire qualche chiarimento in più per dissipare ogni dubbio su quello che appare un trattamento di favore del governo Frattura verso il prezioso alleato politico, Patriciello.
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