Impegno per i diritti umani. L’esempio spagnolo
di Associazione Padre Giuseppe Tedeschi
Cara Francesca, per la nostra Associazione impegnata da 15 anni sulla lotta alle disuguaglianze e alle ingiustizie, ed in particolare sul tema dei diritti umani, è motivo di gratificazione sapere della tua testimonianza al seminario in svolgimento a RAVENNA in questi giorni, per affrontare organicamente e con rigore scientifico, la questione dei flussi migratori.
Come volontaria molisana, che da diversi anni operi in Spagna nel sistema di accoglienza umanitaria, conosci bene le sofferenze dei profughi, il dramma dei rifugiati e le aspettative di chi fugge dalla disperazione per cercare un luogo più sicuro per vivere e costruire una prospettiva migliore per i propri figli.
La tua relazione evidenzierà le macroscopiche contraddizioni del Nord del Mondo che sfrutta le risorse dei Paesi in via di sviluppo, non investe più sulla cooperazione, non di rado si rende responsabile anche di traffici di armi e contestualmente alza mura sempre più alte per impedire l’arrivo delle vittime di questa distorsione nella distribuzione della ricchezza e delle opportunità su scala globale.
Probabilmente farai riferimento anche all’imminente mobilitazione dei collettivi spagnoli “Asamblea de apoyo a las personas migrantes (Salamanca), Ongi Etorri Errefuxiatuak (Euskal Herria), Pasaje Seguro (Statale), Red Solidaria de Acogida (Madrid), Sos Racismo Madrid, Obrim Fronteres (Valencia), CGT ed Ecologistas en acción” che dal 13 al 22 luglio vi vedranno impegnati in Italia in una serie di iniziative sui diritti umani a Ventimiglia, a Palermo, a Catania e a Riace come da programma che ci hai inviato e che abbiamo condiviso come Auser Padre Giuseppe Tedeschi ricordando l’esempio del missionario jelsese che nella periferia di Buenos Aires accoglieva profughi, poveri, rifugiati e persone in difficoltà.
In questo periodo storico è arduo affermare che gli uomini sono tutti uguali, e che vanno rispettate le Convenzioni Internazionali sui diritti dei bambini, delle donne, dei migranti e contro la tratta, la violenza, lo sfruttamento e la xenofobia. Anche l’Italia, che ha una millenaria civiltà dell’accoglienza, è alle prese con una perdita di senso, un vuoto di valori ed uno smarrimento di memoria.
Come nei Promessi Sposi di Alessandro Manzoni si dava la colpa agli untori per la peste che seminava la morte, oggi con un abile operazione di marketing si è riusciti a far passare nell’opinione pubblica, a tutti i livelli, che i moderni untori che tolgono lavoro, diffondono povertà, causano furti e rapine, si macchiano di reati efferati contro la persona e sono responsabili di ogni disagio sofferto dagli italiani, sono i migranti.
Il Molise, da sempre generoso con tutti gli invasori ed alleati, dai Popoli Italici ai Romani, dai Cartaginesi ai Longobardi, dai Saraceni ai Normanni, fino ai Bulgari, agli Aragonesi, agli Angioini, ai Castigliani, ai Croati, agli Albanesi e a chiunque sia arrivato sul nostro territorio, ha, in modo anomalo rispetto alla sua storia di emigrazione, sposato la causa della paura, dell’egoismo e dell’indifferenza.
Un clima rancoroso viene artatamente alimentato contro i migranti tanto da spingere la maggioranza dei comuni molisani a non accettare le proposte delle Prefetture per accogliere 10/15 rifugiati in Progetti SPRAR finanziati dallo Stato. Paesi svuotati e con cali demografici che ne mettono a repentaglio il futuro prossimo, si sono lasciati incantare dalle sirene di una propaganda fasulla che ha contrapposto i disagi degli italiani alle sofferenze dei profughi.
Anche per queste ragioni abbiamo aderito il 7 luglio all’appello di Don Luigi CIOTTI per provare a fermare l’emorragia di umanità in atto, e su questi temi il 12 luglio saremo in Piazza a Campobasso dalle 18.00 alle 21.00 con altre associazioni pacifiste ed umanitarie a richiamare l’attenzione sul valore della Convenzione Internazioanle sui Diritti dell’Uomo.
C’è un Molise che è in prima linea su queste posizioni con te in Spagna, Gianni Pollice in Germania, Franco Narducci in Svizzera, Joseph D’Andrea e Alfredo Brunetti negli Stati Uniti, Vera Rosati in Canada, Michele Castelli in Venezuela, Luigi D’Ovidio in Sudafrica e con tante altre personalità impegnate in Australia, Francia, Irlanda, Gran Bretagna, Olanda, Belgio, Argentina, Brasile e altri luoghi. C’è un Molise in Italia in prima linea sui diritti umani, e ne avrai la riprova anche a Ravenna dove troverai tra gli altri, Walter Raspa di Petacciato, Presidente delle ACLI e della Rete di Alleanza contro la Povertà dell’Emilia – Romagna.
C’è un sentimento solidale molto forte che ci è stato tramandato da secoli di educazione all’accoglienza e rispetto per gli altri. Valori umani non negoziabili che continueremo a difendere, sempre e comunque, al di là delle mode, delle convenzioni e dei trasformismi opportunistici di questa fase. Un abbraccio a te e buon lavoro con i migliori ringraziamenti per il tuo impegno umanitario e la raccomandazione ad essere prudente nei prossimi giorni nelle manifestazioni programmate a Ventimiglia, Palermo, Catania e Riace. Spira un brutto vento in Italia e non è semplice esprimere opinioni in contrasto con la vulgata dominante.
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