I Misteri in un disegno
Di Francesco Montano
Luigi De Michele, il disegnatore dei Misteri, racconta la sua passione e il suo avvicinamento all’Associazione Misteri e Tradizioni di Campobasso
Nonostante sono nato a Termoli i Misteri sono sempre stati nel mio cuore perché avendo i genitori di Campobasso non mi sono perso una sfilata, è una manifestazione che mi ha sempre affascinato per il folklore, la religiosità e la passione che c’è dietro ogni campobassano. Mia nonna per esempio aveva una passione sfrenata per i Misteri, negli anni 30 fece anche la figurante, le piace proprio vedere sfilare le persone che stanno sopra i Misteri e le piace la leggenda della lega.
Li ho sempre visti li ho sempre ammirati, però non ho mai pensato di entrare nell’Associazione perché la cosa mi spaventava, cioè pensavo fosse una di quelle cose chiuse dove dovevi avere qualcuno dentro, come funziona magari anche per i portatori. In realtà quasi per caso tra il 2013 e il 2014 quando Alessia D’Alessandro, quell’anno fece la canzone Scannett Allert mi chiese, per un video musicale, degli acquerelli che rappresentassero le varie fasi del Corpus Domini i 13 Misteri davanti una strada di Campobasso, quando l’abbiamo presentato e sono andato al museo dei misteri ho conosciuto Giovanni Teberino che ormai è il custode dei Misteri; in quell’anno conobbi anche il padre, Cosmo, era già anziano, è stata la prima e l’ultima volta che l’ho visto.
Qualche mese dopo Giovanni Teberino mi ha convocato al museo perché un signore di Molfetta (BA) appassionato dei misteri e del Folklore religioso del Sud Italia aveva scritto un omaggio a Cosmo immaginandolo come un Dante, proponendo di fare delle illustrazioni, voleva pubblicare il racconto corredato dalle illustrazioni. Io ho letto la storia e ho visto del potenziale, si poteva farne una storia a fumetti; quindi l’ho sceneggiato e in occasione del giorno della nascita lo presentiamo.
Fu un grande omaggio a Cosmo c’era tutta l’Associazione che si strinse attorno alla famiglia Teberino, questa manifestazione si sarebbe persa negli anni 60 se non ci fossero stati loro. Quest’anno infatti ricorre il cinquantenario della famiglia Teberino, si festeggiano i 50 anni della famiglia Teberino e sono anche i 300 anni dalla nascita di Di Zinno, anche per questo, soprattutto per questo, è stata organizzata una sfilata speciale il 2 dicembre, perché a cavallo tra il 2 e il 3 dicembre è nato; poi su questo si discute ancora.
Quest’anno noi invece abbiamo fatto un’altra cosa, sempre su idea di Giovanni Teberino, perché poi la mente è sempre lui, ci ha proposto di raccontare a fumetti Di Zinno; in collaborazione con Andrea Damiano, che ha scritto la storia, ci siamo trovati di fronte a due problemi: lo spazio e il dover raccontare una storia, ovvero quella di Di Zinno in così poco spazio, l’idea era quella di far conoscere Di Zinno, molti non lo conoscono proprio, o lo associano solo ai Misteri.
Lui è stato un maestro ligneo, di arte lignea, si ispirava alle tele napoletane, le madonne con le vesti svolazzanti per esempio, a quello si è ispirato per fare le sue statue e poi è passato ai Misteri, infatti lui si ispira alle sue statue, se vediamo i Misteri ci sono delle somiglianze, i vestiti, per esempio. Proprio per questo abbiamo realizzato questo fumetto in maniera quasi didattica, perché fare una storia era impossibile, allora abbiamo pensato di ambientare tutto durante una conferenza, come se un professore parlasse e spiegasse dove e quando è nato, dove è stato battezzato, come è iniziato il talento da piccolo, da piccolo intagliava le zucche, ha studiato a Napoli dal maestro Gennaro Franzese, fino poi ad arrivare ai Misteri, ma il fatto dei Misteri è quasi marginale.
Tra l’altro bisogna dare merito ai mastri ferrai dell’epoca perché lui ha realizzato gli schizzi, ma poi il successo va diviso con i fabbri di allora, anche perché negli anni non sono stati modificati più di tanto. Per quanto riguarda il mio lavoro al museo mi occupo di tutto ciò che riguarda le illustrazioni. Giovanni Teberino, sempre, si è ispirato un po’ alla Domenica del Corriere, abbiamo pensato di illustrare ogni copertina con un tema, nella prima copertina c’era un omaggio al maresciallo Teberino (Cosmo era maresciallo. Ndr), la seconda copertina celebrava un po’ la discesa di Giovanni Teberino dai Misteri, faceva il figurante prima su Sant’Isidoro e quell’anno scese e inizio a dirigere come faceva il papà, poi c’è stata un’altra copertina interessante che celebrava il passaggio dei Misteri dove c’è l’ex convento a via Mazzini, le suore si affacciavano e scherzavano con i diavoli.
Questa uscita di domenica 2 dicembre credo che sia l’unica uscita eccezionale dei Misteri, si diceva che si potrebbe fare come ad Agnone per la Ndocciata, ma credo anche per una questione organizzativa non si faranno altre sfilate; per la prima volta usciranno spogli dal Museo dei Misteri e andranno sotto al comune, dove Trombetta fece le foto famose, poi verso le 4 del pomeriggio c’è la vestizione e dopo si uscirà: ci sarà un percorso più breve solo il centro cittadino e poi si procederà all’accensione delle luminarie della città.
Tra l’altro di Cosmo Teberino un pomeriggio mi hanno raccontato che prima chi faceva la raffigurazione del fiume Sebeto, il famoso Pezzente, era una persona che aveva scarse possibilità economiche quindi quel vestito da figurante gli veniva regalato a fine sfilata, questo nel carro di San Gennaro. Il mio primo giorno all’Associazione, Andrea (Damiano) mi disse: «tu sei qua e non te ne andrai più, questo è un posto magico». Tra il 2015 e il 2016 ho cominciato a dare una mano proprio ad Andrea Damiano per la vestizione di San Gennaro, quindi sono entrato a tutti gli effetti nell’Associazione, sono il terzo assistente vestiti.
Da quando ci sono io abbiamo fatto parecchi gadget dei Misteri, per esempio le magliette sia quelle in vendita per il pubblico che quelle che poi vengono regalate ai bambini una volta scesi dai Misteri, tutti bambini una volta finita la sfilata ricevono un regalo, per esempio in occasione dei mondiali del 2006 ebbero in regalo il pallone e la maglietta della nazionale, quest’anno è stato un dramma.
Le magliette l’anno scorso erano quelle di Di Zinno, ho realizzato anche un sacco di disegni che vanno a finire sui gadget tipo tegole, oppure palle di Natale, portachiavi, oltre ai disegni extra museo, per esempio abbiamo fatto delle magliette diverse: un anno con il diavolo, un anno con il diavolo e Dunzella, poi copertine per qualche libro, segnalibri, oppure quando è il compleanno di qualcuno faccio il disegno sulla torta; per esempio per qualcuno dell’Associazione Misteri e Tradizioni che è una grande famiglia, c’è gente che vi appartiene da oltre 40 anni.
Tra i gadget del museo, forse una delle più importanti, è una maglietta dedicata a Cosmo Teberino; il primo calendario dei Misteri uscì nel ’98, poi negli anni si è sviluppato ed è diventato oggetto ambito e di collezionismo, tanto è vero che quello che ho realizzato io nel 2016 l’ho trovato in vendita su eBay ad un prezzo assurdo, realizzai questo calendario con tema i Misteri con, per esempio, la casa di Di Zinno, corso Bucci, il grattacielo, il mercato coperto tutti i luoghi simbolo per i campobassani; fu molto apprezzato tanto è vero che è uno dei pochi che è quasi finito, ne sono rimasti veramente pochi.
Le foto di Michele Montano sui Misteri sono sempre esposte nel Museo; quest’anno il tema è i 50 anni della famiglia Teberino, l’anno scorso invece abbiamo presentato quello dei 300 anni di Di Zinno. Cosmo Teberino è stato, in gioventù, figurante dei Misteri si parla degli anni 30, da un po’ di anni a questa parte ho notato che i figuranti storici stanno un po’ cambiando, forse l’unico che è rimasto è Abramo, quello più famoso, le richieste, per partecipare attivamente, sono tantissime da parte sia dei bambini che dei figurati, Giovanni Teberino ha avuto la geniale pensata di fare a turno.
Come gadget, come regalo ai bambini, feci delle magliette con i 13 Misteri però disegnate come se fosse un cartone animato visto che erano per i bambini. È dal 2014 che frequento il museo, in questa epoca di dispositivi multimediali è possibile sempre vedere la sfilata in diretta, tutti fanno foto con i cellulari e quindi bisogna stare più attenti nei movimenti. Forse ha ragione chi dice che bisogna tenere più conto della Religione, da poco è uscito un libro, sono due volumi, fatto da Elia Rubino le mani dal cielo, lui ha raccolto un sacco di informazioni dei Misteri partendo dalle sacrestie di Napoli, sul fumetto che poi abbiamo fatto, anche grazie a quello che lui ha raccolto, su Di Zinno ho trovato molte difficoltà per fare il fumetto, abbiamo utilizzato tante ricerche anche quelle di Nicola Felice;
per esempio quando c’era la scena del battesimo, sappiamo che c’è stato a San Bartolomeo, ma non sono riuscito a trovare com’era la chiesa di San Bartolomeo 300 anni fa, quindi abbiamo fatto una cosa più semplice, abbiamo scelto la strada del dettaglio, per esempio abbiamo fatto vedere solo il bimbo nelle mani della mamma, non potevamo creare dei falsi storici, per esempio in una vignetta per rappresentare Di Zinno durante le votazioni ho fatto una stretta di mano tra lui e Presutto, un altro esempio: avevo fatto un disegno che rappresentava il Castello Monforte visto da una finestra, però sarebbe potuto essere un falso storico perché non si sapeva da che casa venisse fatto.
La mia idea era quella di far partire Di Zinno dal carcere, perché è stato in carcere in quel caso sarebbe molto utile fare una ricerca, è stato in carcere perché il 30 marzo del 1750 trovarono l’altare maggiore, nella chiesa di Santa Maria della Croce, spogliato dei ceri e danneggiato, diedero la colpa a Di Zinno, sempre per questioni diciamo così politiche, poi fu scagionato. Della lavorazione delle statue Di Zinno aveva tutti i disegni, adesso sono nella biblioteca Albino, si pensa che lui avesse un catalogo da far vedere ai committenti, il suo metodo di lavoro era di assemblaggio, le statue erano cave all’interno e intorno ci costruiva la figura soprattutto sulle Madonne che avevano abiti lunghi.
Nella biblioteca al cimitero c’è una piccola mostra con le statue di Di Zinno c’è un San Francesco che mi fa pensare, perché potrebbe non essere suo magari potrebbe essere di qualche suo allievo. Non volevo disegnare il solito scultore con la barba lunga e Giovanni Teberino mi consigliò di ispirarmi alla statua di San Diego sempre al cimitero, questa rispetto alle altre statue aveva dei lineamenti diversi sembrava fatto dal vero sembrava che si fosse ispirato a qualcuno veramente esistito, oppure magari si è fatto un autoritratto che poi era San Diego d’Alcalà non era Di Zinno, però la leggenda dice che si è ispirato a lui e questo disegno si è ispirato alla statua di San Diego.
Dentro la sala (dove sono conservati i Misteri) fa molto freddo, però si conserva bene l’acciaio, quello che si piega ma non si spezza. I Misteri fino a prima del dopoguerra venivano smontati e buttati nel magazzino e infatti si conservavano molto male, per cui dopo furono rifatti pezzo per pezzo, ogni anno vengono controllati bene. Nell’Associazione dei Misteri ci sto da poco, sono solo 4 anni, prima dei misteri di Di Zinno c’era già una processione durante il Corpus Domini già sfilavano delle cose simili sempre delle scene della Bibbia e cose sacre.
Francesco Montano205 Posts
Nato a Campobasso nel 1984, laurea in Antropologia Culturale alla Sapienza. Collaboratore dal 2015. Ricerche a Lima, Roma e Campobasso. Pubblicazione relativa alla ricerca a Roma per la prevenzione e lo studio dei fenomeni di aggressività e bullismo: “la visione dei mondi nell’infanzia: rappresentazioni sociali bambine correlate alla costruzione della salute”; dal titolo: Narrazioni dall’infanzia su salute, corpo e amicizia. Ricerche etnografiche in tre scuole romane. Progetto realizzato grazie al contributo economico dell’istituto Montecelio, agenzia regionale per la comunicazione e la formazione; pubblicato a Roma nel 2009. Presentazione relativa alla ricerca a Lima: “Ananias: lotta all’abbandono scolastico mediante un programma di diagnosi e rieducazione per bambini/e con problemi di apprendimento”, realizzato dal CIES, in collaborazione con l’associazione peruviana Amigos de Villa, dipartimento di storia, culture, religioni – università degli studi di Roma “La Sapienza” e cofinanziato dal ministero Affari Esteri – DGCS e dalla regione Lazio. Roma 2012.
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