Effetto Abruzzo/Si riapre la speranza, ma alla sinistra serve un Legnini molisano
I cugini abruzzesi hanno inferto una brutta pugnalata ai 5 Stelle e impartito una bella lezione alla sinistra. Che effetto avranno sulla politica molisana? Anzi: avranno un effetto? È quello che vedremo nelle prossime settimane, alla vigilia di elezioni europee mai tanto decisive per il futuro dei nostri giovani.
La Lega – Guidata da personaggi di basso (talvolta imbarazzante) profilo, tace furbamente, campa di traini esterni e intanto imbarca sul Carroccio i soliti soccorritori di vincitori.
Movimento 5 stelle – Tramortiti dallo shock abruzzese sembrano in confusione. Finora bocche chiuse sulla stampa molisana, nessuna notizia di dibattiti interni o su piattaforma. La loro nota venerazione per Di Maio rimane intatta, ma affiorano mal di pancia per il redivivo Dibba che coinvolge Giggino in avventurismi francesi e venezuelani. Intanto possono solo sperare che, grazie al reddito di cittadinanza, la stella di Salvini non brilli sul cielo molisano come su quello abruzzese.
Sinistra e dintorni – L’effetto Abruzzo, con lo stop all’emorragia di voti ha rincuorato e perfino elettrizzato coloro che si richiamano in qualche modo al variegato mondo antico della sinistra molisana. Anche qui però regna silenzio e circospezione. Nessuno azzarda una prima mossa sulla strada da seguire. Ma dopo l’exploit abruzzese, i nostalgici del paradiso perduto e della distinzione tra destra e sinistra, si pongono una domanda di fondo: riusciranno i fratelli coltelli della sinistra a trovare una comune linea di difesa contro la barbarie sovranista? Riusciranno a capire la lezione abruzzese e dunque a inventarsi un “Modello Legnini” molisano per dar vita a una larga coalizione di movimenti civici, ambientalisti e quant’altro? Come ha detto la senatrice abruzzese Pezzopane «ha vinto la destra, ma si riapre la speranza».
Giuseppe Tabasso364 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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