Greta Thunberg e il suo monito ai potenti della terra

di Sara Sesti

Alle giovani che vogliono intraprendere una carriera nella scienza, oggi non basta il talento: servono autostima e coraggio. Qualità che non mancano alla studentessa svedese, diventata famosa in tutto il mondo per i suoi sit-in davanti al Parlamento del suo paese e per i suoi scioperi a scuola contro l’emergenza climatica e ambientale. Lo fa dall’agosto 2018 ogni venerdì e la sua protesta sta avendo un seguito enorme tra i ragazzi di tutta l’Europa. Al Forum economico di Davos 2019, ha lanciato un durissimo monito ai potenti della terra.

“Il mio nome è Greta Thunberg, ho quindici anni e vengo dalla Svezia. Molti dicono che la Svezia è solo un piccolo Paese, ma io ho imparato che non sei mai troppo piccolo per fare la differenza. Noi ragazzi manifestiamo a scuola, ma immaginate cosa potremmo fare, se solo lo volessimo veramente. Voi continuate a dire che dobbiamo andare avanti con le stesse cattive idee che ci hanno portato in questo casino, anche quando l’unica cosa sensata da fare è tirare il freno di questa emergenza. Dovete agire immediatamente, voglio che andiate nel panico, come se la vostra casa fosse in fiamme.

Non siete abbastanza maturi per ammetterlo, per risolvere il problema e questo è l’ennesimo peso che lasciate a noi bambini. Ma non mi interessa essere popolare, mi interessano la giustizia climatica e il  pianeta vivente. La nostra civiltà viene sacrificata per fare sì che un numero molto ridotto di persone possano  continuare a guadagnare enormi quantità di denaro. La nostra biosfera viene sacrificata in modo che dei ricchi, e nei ricchi Paesi come il mio, possano vivere nel lusso. Sono le sofferenze dei molti che pagano i lussi di pochi.

Nell’anno 2078 celebrerò il mio settantacinquesimo compleanno.

Se avrò figli, forse, lo passeranno con me. Forse mi chiederanno di voi. Forse mi chiederanno perché non avete fatto nulla quando c’era ancora tempo per agire. Dite di amare i vostri figli più di ogni altra  cosa, eppure state rubando il loro futuro  davanti ai loro stessi occhi. Finché non iniziate a concentrarvi su ciò che deve essere fatto, piuttosto che su ciò che politicamente è possibile, non c’è speranza. Non possiamo risolvere una crisi senza trattarla come una crisi: dobbiamo lasciare i combustibili fossili nel terreno e dobbiamo concentrarci sull’equità e se le soluzioni all’interno del sistema sono così impossibili da trovare, beh! forse dovremmo cambiare il sistema stesso.

Non sono venuta qui  per chiedere aiuto ai leader mondiali: ci avete ignorato in passato e ci ignorerete di nuovo. Abbiamo finito le scuse e stiamo finendo anche il tempo. Sono venuta qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il potere, quello vero, appartiene alla gente. Grazie.”

Fonte: Università delle Donne

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