Larino. Al via la settima edizione de “La scuola del Gusto”

di Anna Maria Di Pietro

È ufficialmente partito, presso l’Istituto Agrario di Larino, “MolisanuM”, il corso formativo che, quest’anno, ha come tema centrale il rapporto tra cibo e salute. Il progetto, patrocinato dall’Università del Molise e coordinato dal professor Sebastiano Di Maria, ha come obiettivo quello di far conoscere le problematiche legate a ciò che mangiamo, attraverso lezioni multidisciplinari con protagonisti provenienti da vari settori. La prima lezione, tenutasi ieri pomeriggio, ha visto il contributo del biologo e nutrizionista, divulgatore di Biogrup, Giovanni Occhionero che ha parlato di dieta ed evoluzione.

Attraverso un excursus storico, dalla Preistoria sino ai giorni nostri, ha spiegato come è cambiato il rapporto dell’uomo rispetto al cibo. “Il cibo -ha detto- è legato all’evoluzione e noi siamo i discendenti di quelli che, nei gruppi preistorici, non si saziavano mai. Dunque, molti dei nostri comportamenti alimentari ci arrivano dai nostri progenitori. L’uomo è nato cacciatore-raccoglitore e la sua condizione di nomade era soprattutto legata alla ricerca del cibo. Poi, grazie all’intuito femminile, che ha portato alla coltivazione delle prime piante, è diventato stanziale, perché, attraverso l’agricoltura e l’allevamento, ha iniziato a produrre il cibo necessario al suo sostentamento.”

Due, secondo il docente, sono state le cose rivoluzionarie per l’evoluzione: la scoperta del fuoco e la conservabilità degli alimenti prodotti. Da qui l’uomo ha iniziato a manipolare il cibo, a dargli un gusto, in pratica, dando vita a quella che è una vera e propria arte, cioè la cucina. Così, piano piano siamo diventati ciò che siamo oggi: uomini che mangiano cibi industriali perché comodi, che sono macchine funzionanti a molecole di piacere, ma che non hanno contezza di ciò che veramente li nutre. “Noi siamo la generazione -ha aggiunto – “che sfrutta di più i milioni di anni di evoluzione, producendo a dismisura solo perché la produzione selvaggia ha sempre rappresentato la spinta dell’umanità.”

Ma il cibo, tanto agognato nel corso della storia dell’umanità, è diventato un boomerang; per esempio, il cereale, grande scoperta, è molto utilizzato per la sua versatilità e per il senso di sazietà che apporta, ma è dannoso poiché è strutturato di tante molecole di glucosio che, difficili da gestire per l’organismo, portano come conseguenza il diabete, patologia diffusissima in Molise. Siamo alla continua ricerca di alimenti nuovi, gustosi, perché i nostri antenati preistorici hanno dovuto seguire sempre una dieta costituita da un solo alimento.

Da qui si dovrebbe ripartire, anche attraverso un esperimento che il docente stesso ha ideato e sta seguendo, consistente in una dieta tipica del mondo animale, come per esempio, quella dello scoiattolo che si nutre solo di frutta secca, quella del coniglio che mangia solo vegetali, e così via. Questo regime “monotematico”, seguito anche per un breve periodo, permette di recuperare il rapporto ancestrale con il cibo, soprattutto quello offerto dalla natura, non trasformato, per giungere alla conclusione che bisogna acquisire una cultura del cibo e usare la logica diventa fondamentale. Non esistono cibi più nutrienti o più nocivi di altri, ma bisogna solo cambiare forma mentis per tornare a quella semplicità che ci fa rifuggire gli eccessi.

Anna Maria Di Pietro90 Posts

Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.

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