L’urbanistica a servizio della salute

di Francesco Manfredi-Selvaggi

I vantaggi e gli svantaggi del vivere in città dal punto di vista sanitario. Non è un problema solo della vicinanza al Punto Soccorso

La salute rientra nella categoria dei beni comuni e non è perciò una questione meramente individuale potendo il suo mantenimento e il suo accrescimento essere un valore per l’intera collettività. Si pensi solo al vantaggio in termini di produttività che deriva dall’avere lavoratori sani se non alla riduzione della spesa pubblica per il finanziamento del servizio sanitario nazionale. In generale, la vita in salute di una comunità può essere un fattore di sviluppo per il Paese. Di conseguenza investire nella prevenzione e nella dotazione di quei servizi anche infrastrutturali, si pensi alle aree a verde, che concorrono al benessere fisico delle persone è compensato dalla diminuzione dei costi per l’assistenza medica.

Non si vuole, però, ridurre il tema della salute ad una faccenda economica perché essa è legata soprattutto a questioni etiche. Esiste un diritto alla salute che è valido per tutti per cui si impongono anche ragioni di equità sociale che devono spingere a garantire uguale possibilità di accesso alle prestazioni sanitarie ad ognuno, a prescindere dal suo reddito. Vi sono, purtroppo, attualmente interrelazioni strette tra stato di salute e condizioni economiche, cosa che non dovrebbe verificarsi. A queste disuguaglianze di ordine sociale (con gli immigrati nel gradino più basso) si aggiungono le differenziazioni connesse alla vulnerabilità intrinseca di alcune fasce della popolazione come i bambini e gli anziani per i quali ultimi, visto il processo di invecchiamento in corso, sarà necessario pensare ad incrementare i sostegni assistenziali per la terza età.

Ciò anche in termini urbanistici destinando maggiori superfici al godimento del tempo libero e del riposo, in particolare aree verdi le quali portano benefici allo stato di salute. La vecchiaia che è involontaria predispone i cosiddetti malanni: se essa è un fatto anagrafico vi sono altri fattori dovuti questi a sbagliati stili di vita come il fumo e l’alcol, (che sono “vizi”) e perciò volontari fin quando non diventano dipendenze capaci di determinare situazioni di malessere dell’organismo.

Vi sono, poi, le condizioni ambientali a minare la salubrità del contesto in cui si vive e, di conseguenza, la salute e si va dai rifiuti (quando la raccolta municipale non è efficiente) all’inquinamento atmosferico (le preoccupazioni maggiori riguardano Venafro), dall’acqua (vi sono stati casi in cui ne è stato interdetto l’uso potabile) al rumore (si è provveduto ad apporre apposite barriere in località Colle dell’Orso a Campobasso sulla Tangenziale Est per il disturbo acustico che il traffico avrebbe provocato a chi lì abita), dallo smaltimento delle acque reflue (per il malfunzionamento di un depuratore posto non troppo lontano da abitazioni) all’elettromagnetismo (se non altro dal punto di vista psicologico) fino alla sporcizia delle strade (per i disservizi nella nettezza urbana).

L’uomo è coinvolto per intero attraverso la bocca nel bere, le narici per inalare, le mani per il contatto con le cose sporche, la pelle come involucro del corpo per le emissioni elettromagnetiche. Vi è poi l’inquinamento del suolo trasmissibile all’uomo tramite vie aeree e l’acqua che va eliminato con la bonifica del sito come sta avvenendo nel capoluogo regionale nell’area dell’ex gasometro e a Isernia per il parco ferroviario dismesso. L’agglomerato urbano è il luogo dove si addensano i rischi elencati e ciò ha spinto, sotto l’egida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, a promuovere la rete delle Healty Cities che qui da noi è tradotto in Città Sicure.

La sfida è a tutto campo e punta a contribuire a ridurre l’incidenza con una mirata azione pianificatoria di quelle che si denominano le malattie della modernità cominciando dalle croniche in particolare il diabete, e poi l’obesità, in aumento in Molise, quelle cardiovascolari e le malattie respiratorie le quali comprendono l’asma che colpisce pure i bimbi. Lo stress è il prodotto della civiltà contemporanea, assai frenetica, il quale ha conseguenze sulla salute mentale.

È necessario, inoltre, contrastare il livello degli incidenti stradali che, di frequente, avvengono in aree urbanizzate così pure, favorendo lo sviluppo della cultura della prevenzione, abbassare il numero delle lesioni partendo dagli incidenti sul posto di lavoro e, quindi, nei cantieri edili, in maggior quantità, è evidente, nelle città. L’urbanistica può molto e su molteplici fronti. Uno dei più interessanti è quello del promuovere consumi alimentari a Km. 0 i quali, oltre ad essere sostenibili sotto l’aspetto della riduzione dei trasporti, di conseguenza della congestione del traffico e, di conseguenza in conseguenza, della emissione dei gas di scarico dei mezzi utilizzati, permettono agli abitanti della città di acquistare prodotti freschi dei quali si conosce l’origine.

Cibi sani e a prezzi accessibili, specie quando si evita l’intermediazione per il loro smercio, con la vendita diretta da parte dei produttori in strutture come il Mercato Coperto di Campobasso. Sempre in questo centro, però, si è registrata negli ultimi decenni una forte perdita di superficie agricola per colpa della diffusione di tantissime casette nel territorio rurale che oggi si cerca di sanare con il piano per gli Insediamenti Abusivi. La dispersione abitativa ha interessato la fascia periurbana e ciò, per la contrazione di terreno disponibile, a poca distanza dalle residenze, limita la possibilità di immaginare la creazione di “orti urbani”.

La pratica dell’orticoltura è benefica in primo luogo per la salute perché invoglia a fare esercizio fisico, quello necessario per la coltivazione, ma anche perché fornisce un contributo all’economia domestica non dovendo più comprare determinati alimenti e, da non trascurare, per la sicurezza alimentare essendo autoprodotto. Qualora, poi, l’appezzamento ortivo è addirittura all’interno del quartiere residenziale si aggiunge il vantaggio del compostaggio.

Una differente sfida per la pianificazione urbanistica è quella di favorire la permanenza o la promozione di comunità solidali. La coesione sociale porta con sé il sostegno reciproco per cui l’anziano solo si avvantaggia dell’aiuto che possono fornirgli i componenti di quel gruppo con i quali lungo l’intera esistenza ha intrecciato legami; tale consorzio umano è già presente nei borghi minori per i quali lo spopolamento in atto costituisce anche una perdita di queste relazioni interpersonali le quali sono pure in campo sanitario, essenziali.

Bisognerebbe, nello stesso tempo, favorire (non vi sono ricette pronte) la stabilità abitativa delle persone che vivono in un quartiere cittadino per via della rete di amicizie che si viene a formare e ciò è in funzione del periodo di permanenza, utile anche nei momenti di bisogno legati alla salute. Vivere in un nucleo insediativo è, in definitiva, utile e almeno per questo ordine di ragionamenti va sconsigliata l’edificazione di residenze isolate in campagna.

Francesco Manfredi Selvaggi637 Posts

Nato a Boiano (CB) nel 1956. Ha conseguito la Maturità Classica a Campobasso e poi la laurea in Architettura a Napoli nel 1980. Presso la medesima Università ha conseguito il Diploma di Perfezionamento in Storia dell’Arte Medievale e Moderna e il Diploma di Perfezionamento in Restauro dei Monumenti. È abilitato all’esercizio della professione di Architetto e all’insegnamento di Storia dell’Arte nei licei e Educazione Tecnica nelle scuole medie. Dal 1997 è Dirigente, con l’attribuzione di responsabilità nei servizi Beni Ambientali (19 anni), Protezione Civile, Urbanistica, Sismica, Ambiente. Ha avuto un ruolo attivo in associazioni ambientaliste quali Legambiente Molise, Italia Nostra sezione di Campobasso e Club Alpino Italiano Delegazione del Molise. Ha insegnato all’Università della Terza Età del Molise ed è stato membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Campobasso, occupandosi all’interno dello stesso del progetto di Archivio dell’Architettura Contemporanea. È Giornalista Pubblicista e autore di articoli, saggi e del volume La Formazione Urbanistica di Campobasso. Le ultime pubblicazioni sono: «Le Politiche Ambientali nel Molise» (2011) e «Problemi di tutela ambientale in Molise» del 2014.

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