26 maggio/Se il calcio è come la politica

nell'articoloAttenzione: voi che siete normali amanti di calcio e che l’umore delle vostre domeniche è condizionato da vittorie o sconfitte delle vostre squadre del cuore, sappiate che dietro quel gioco tanto amato c’è qualcosa di trascendentale. Ne fa fede un giornalista esperto come Tommaso Pellizzari che, dopo la disastrosa partita di Champions tra la Juventus e l’Ajax, ha analizzato sul Corriere della sera lo scontro italo-olandese alla luce quasi filosofica di una contrapposizione tra due scuole di pensiero: una che postula la Semplicità, l’altra la Complessità.

Caposcuola della prima è l’allenatore bianconero Massimiliano Allegri che si è esercitato sul tema in un libro dall’inequivocabile titolo: «È molto semplice» (Sperling & Kupfer). Invece a predicare e applicare sul campo il concetto opposto della complessità, è l’olandese Erik Ten Hag, inflessibile discepolo di Pep Guardiola, guru del calcio che ai suoi giocatori dice sempre «non credete mai a chi vi dice che il calcio è una cosa semplice”. Pellizzari però va oltre, fino al punto di comparare le due scuole calcistiche a due visioni del mondo riconducibili all’odierna attualità politica.

Sostiene infatti che la squadra «populista» di Allegri è stata sconfitta da quella «europeista» di Ten Hag. Intendendo cioè che mentre la politica populista propone soluzioni semplici a problemi complessi, quella europeista richiede la consapevolezza che l’eccellenza si costruisce in una complessità che non uccide la fantasia. Personalmente terrò il dovuto conto di questa alta lezione calcio-politica e il 26 maggio voterò convintamente per gli europeisti senza condizionamenti nazionali. Anche costo di dare un dispiacere al mio nipotino che ha un poster di Ronaldo in camera.

Giuseppe Tabasso362 Posts

(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.

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