Taccuino elettorale (6)
Il mesto debutto del forzaleghismo – La presentazione della lista D’Alessandro a Campobasso voleva essere un inno al radioso avvenire che sorgerà sul Capoluogo quando sarà espugnato dall’armata forzaleghista. E invece è stato il mesto vernissage delle due spaccate anime azzurro-verdi. Lo si è capito da una frase dell’on. Anna Elsa Tartaglione quando, rispondendo quasi imbarazzata a una domanda sulle previsioni del risultato, la coordinatrice azzurra ha risposto così: “Se puntiamo ad essere primi? In realtà noi siamo un partito di coalizione, ma speriamo che i cittadini diano fiducia a Forza Italia che ha confermato di essere un partito moderato e coerente“. Traduzione: siamo costretti a fare coalizione ma lasciate perdere questi scalmanati e incoerenti leghisti, preferite noi moderati. Lunga vita alla brancaleonessa D’Alssandro.
Ilaria la refrattaria – Ilaria Antelmi, brindisina, candidata europea della Lega nella circoscrizione Sud, ha pronunciato a Termoli un discorso concluso con questa allarmante affermazione: “Non abbiamo più voglia di regole e di diktat dall’Unione europea”. Siamo all’Italexit? No: Ilaria vuole solo che ogni Stato si faccia i suoi diktat, con tanti saluti all’Europa da lei tanto odiata quanto ambita. Dovrebbe però sapere che, con le sue leggi e Trattati, l’Europa non stabilisce regole ma solo linee guida alle quali gli Stati sono spesso refrattari. E sa Ilaria perché si permettono di non rispettarle? Perché non sono né regole, né diktat.
NOTA: Lo scorso gennaio il Parlamento Europeo ha approvato a larga maggioranza la norma che prevede tagli ai fondi per i Paesi (come i sovranisti del Patto di Visegrad) che non rispettano le regole della Carta dei diritti fondamentali. Il M5S si è astenuto. La Lega ha votato contro. Salvini doveva rispettare il Patto del Filo Spinato con Viktor Orban.
Europa matrigna o mamma di figliastri? A chi cerca in questi giorni di prepararsi al voto europeo, forse è utile sapere quanti contributi le casse di Bruxelles hanno elargito nel 2017 ai 4 (irriconoscenti) Paesi del Patto di Visegrad.
Polonia – Ha versato a Bruxelles 3,048 miliardi, ma ha ricevuto dal bilancio comunitario quasi 4 volte in più: 11,9 miliardi di euro. Dopo Malta e Irlanda il Pil polacco – 5,1% – è il più veloce dei Paesi Ue.
Ungheria – Ha versato 821 milioni di euro, ha incassato fondi per 4,049 miliardi di euro. (Forse grazie ad essi Orban, inventore della “democrazia illiberale”, ha eretto costosi muri anti migranti.)
Repubblica Ceca – Ha versato 1 miliardo e 300 milioni, ne ricevuti il triplo: 3,900 miliardi.
Slovacchia – 3 milioni dati, 1 miliardo e 600 ricevuti.
Giuseppe Tabasso367 Posts
(Campobasso 1926) ha due figli, un nipotino e una moglie bojanese, sempre la stessa dal 1955. Da pianista dilettante formò una band con Fred Bongusto. A suo padre Lino, musicista, è dedicata una strada di Campobasso. Il Molise è la sua Heimat. “Abito a Roma - dice - ma vivo in Molise”. Laureato in lingua e letteratura inglese, è giornalista professionista dal 1964. Ha iniziato in vari quotidiani e periodici (Paese sera, La Repubblica d’Italia, Annabella, Gente, L’Europeo, Radiocorriere). Inviato di politica estera per il GR3 della RAI, ha lavorato a Strasburgo e Bruxelles, a New York presso la Rai Corporation e a Londra e Colonia per le sezioni italiane della BBC e della Deutschland Funk. Pubblicazioni: Il settimanale con Nello Ajello (Ediz. Accademia, Roma 1978); Facciamo un giornale (Edizioni Tuttoscuola, Roma 2001); Il Molise, che farne? (Ed. Cultura & Sport, Campobasso 1996); per le Edizioni Bene Comune; Post Scriptum, Prediche di un molisano inutile ( 2006); Gaetano Scardocchia, La vita e gli scritti di un grande giornalista (2008); Moliseskine (2016). In corso di pubblicazione Fare un giornale, diventare giornalisti, Manuale di giornalismo per studenti, insegnanti e apprendisti comunicatori.
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