Sul tunnel non sono consentiti giochi a nascondino
di Comitato Referendario e il Coordinamento Termoli No Tunnel
Venerdì 10 maggio su iniziativa di una televisione locale si è svolto il primo confronto pubblico tra i quattro candidati alla carica di Sindaco di Termoli. La prima domanda posta loro è stata quella sul famigerato e devastante “progetto Tunnel” che i termolesi hanno efficacemente soprannominato “il grande scempio”. Non poteva essere diversamente visto che da quasi quattro anni, per iniziativa del Comitato Referendario e del Coordinamento Termoli No Tunnel, questa è la questione di cui si discute di più a Termoli.
Tutto ciò, per inciso, non significa che siano stati dimenticati gli altri gravi problemi che affliggono la città, dal depuratore del porto ai grossi agglomeratici del tutto avulsi dalla realtà cittadina, visto che i Comitati hanno sempre inquadrato la questione Tunnel nell’ottica più vasta della rigenerazione di tutto il tessuto urbano da realizzare attraverso gli strumenti di una rinnovata pianificazione urbanistica. Sull’argomento Tunnel ci sono state tre posizioni nette e una a dir poco ambigua. Il Sindaco uscente ha difeso a spada tratta il progetto sul quale ha impegnato cinque anni del suo mandato, mentre la Stumpo e Di Michele hanno efficacemente e con cognizione di causa contestato la validità e l’utilità dell’opera.
Il candidato del Centrodestra Roberti ha cercato invece di svicolare per la tangente evitando di pronunciarsi sul progetto, salvo un inquietante accenno a possibili modifiche dello stesso, e nascondersi dietro la carta del Referendum che lui vorrebbe riesumare. La stessa cosa aveva fatto il Presidente della Giunta Regionale Toma per evitare di bocciare in Consiglio Regionale, come avrebbe dovuto, la Variante al Piano Regolatore Generale che ha regalato a un privato il suolo pubblico di Piazza San Antonio e Pozzo Dolce trasformandolo da verde pubblico attrezzato in area di riqualificazione.
No, candidato Roberti, non te la puoi cavare così facilmente. A nessuno dei candidati a Sindaco sarà consentito di menare il can per l’aia. Ognuno dovrà pronunciarsi in maniera netta e chiara. Quanto al Referendum, va ricordato a tutti che è stato impedito ai cittadini di Termoli di pronunciarsi togliendo loro, in maniera dispotica, un sacrosanto diritto. Non lo si può resuscitare a piacimento per evitare di assumersi la responsabilità di decidere. Il Referendum, al punto in cui siamo, è quello in corso in questa campagna elettorale e che si concluderà con il voto del 26 maggio. Se avrà vinto un “candidato pro Tunnel” si potrà sentire legittimato dal voto popolare a portare avanti la sua scelta. Se al contrario risulterà vincitore un “candidato No Tunnel”, questi avrà tutta l’autorità e il consenso per cancellare l’infausto progetto.
Ad aggravare il problema, e renderlo ancora più pesante per i danni che potrebbero ricadere sui cittadini di Termoli, è giunta però la sentenza n. 117/2019 del TAR Molise di alcune settimane fa e resa pubblica solo nei giorni scorsi da una testata giornalistica termolese. La suddetta sentenza condanna il Comune di Termoli e la TUA Spa (la vecchia società mista che era il braccio operativo del Comune), in solido tra loro, al risarcimento dei danni in favore della ditta Nidaco.
Infatti, nel 2015, la società venafrana aggiudicataria del vecchio project financing per la realizzazione dei parcheggi sotterranei di piazza Sant Antonio, progetto revocato in autotutela dall’allora Sindaco Di Brino, una volta appreso che il Comune di Termoli (Sindaco Sbrocca) aveva dato avvio a un nuovo project financing comprendente Tunnel, parcheggio interrato multipiano in Piazza Sant Antonio e Pozzo Dolce e rqualificazione delle stesse aree, ha presentato ricorso al TAR Molise chiedendo un cospicuo risarcimento danni.
Il Comune di Termoli ha fatto opposizione al ricorso ma alla fine è giunta la sentenza di condanna (non si conosce al momento l’ammontare, ma probabilmente si tratta di qualche milione di euro). Il risarcimento non è definitivo visto che il Comune di Termoli ha presentato ricorso al Consiglio di Stato ma il rischio è concreto con tutte le conseguenze negative che si possono immaginarte. Dove sta la gravità della cosa? Da una parte è da censurare la decisione dell’Amministrazione Sbrocca di dar vita al nuovo project financing (progetto Tunnel) quando era facilmente prevedibile l’immediato ricorso della Nidaco, dall’altra c’è da temere per quanto potrebbe accadere se, testardamente e irresponsabilmente, prima della scadenza del mandato l’Amministrazione Comunale dovesse firmare il contratto definitivo con la ditta De Francesco aggiudicataria dell’attuale project financing.
In tal caso se il progetto non dovesse andare avanti, o in seguito all’attesa sentenza del TAR o per la mancata erogazione dei cinque milioni di finanziamento pubblico, la ditta De Francesco avrebbe diritto a un risarcimento milionario. Si prospetterebbe di conseguenza una situazione a dir poco catastrofica con il Comune di Termoli condannato ad un doppio risarcimento sia alla Nidaco che alla De Francesco. Un motivo in più per una presa di posizione netta e inequivocabile che porti a cancelare definitivamente un progetto nato male e che rischia di finire peggio.
Vista l’importanza dell’argomento abbiamo pensato di rivolgere a tutti i candidati Sindaci e Consiglieri Comunali alcune domande specifiche sul tema Tunnel. Appellandoci al senso civico e democratico dei candidati, li preghiamo caldamente di rispondere al questionario che si trova impostando il seguente link:
https://www.facebook.com/notes/mynews/termoli-candidati-sindaci-e-consiglieri-allesame-del-tunnel/10156012759276890/
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