Termoli. Consiglio comunale monotematico sulla sanità
di Anna Maria Di Pietro
Si è tenuto ieri mattina a Termoli il Consiglio Comunale monotematico sulla sanità. Tre i punti all’Ordine del Giorno: chiusura del punto nascite del San Timoteo, situazione emergenziale della sanità pubblica molisana e iniziative politiche per arginarne la distruzione. L’Assise, che prevedeva la partecipazione di relatori esterni, si è aperta con l’intervento del Dottor Filippo Vitale, che per trent’anni è stato Direttore Sanitario del San Timoteo, il quale ha dichiarato: “In Molise abbiamo il POS 2015/2018, scaduto ma ancora vigente, però mai attivato, che prevede l’attivazione di nuove strutture operative, quali Riabilitazione Intensiva Ospadaliera e Lungodegenza con venti posti letto ciascuna, Oncologia e altre discipline; al contrario, sono state disattivate altre attività, come per esempio Cardiologia.
Dunque, essendo presenti a Termoli tutte le unità operative di base, prima di chiedere un nuovo piano operativo, bisognerebbe premere per l’attivazione del POS 2015/2018. Il continuo cambio dei piani operativi crea incertezza e rende poco attrattive le strutture sanitarie molisane; il POS 2019/2020 deve avere dei punti fermi e cioè le unità operative di base. Per quanto riguarda la chiusura del punto nascite, bisogna attribuirla alla mancanza di personale e non allo scarso numero di parti. Quindi, c’è necessità di un tavolo tecnico con la Regione e il Commissario, per stabilire un nuovo DEA su Campobasso. Bisogna attivare il POS 2015/2018 e indire subito concorsi per reperire personale”.
Il dottor Giovanni Cardillo, che è stato Anestetista-Rianimatore per 40 anni presso il San Timoteo, ha ricostruito la storia dell’ospedale termolese, dicendo: “Il San Timoteo, in passato, era un punto di riferimento per le altre regioni, centro di eccellenza per la cura di svariate patologie e svolgeva interventi anche molto complessi. Si pensi ai tumori della mammella, agli interventi di Otorino-laringoiatria o a quelli di Ortopedia e Traumatologia, tutti svolti con tecniche all’avanguardia e con risultati eccellenti. Da Vicepresidente del Comitato San Timoteo, posso dire che ci siamo sempre battuti e, spesso, abbiamo anticipato criticità che poi si sono avverate, ma non siamo mai stati ascoltati.
Le cose sono andate sempre peggiorando: sono arrivati i primi commissariamenti per il rientro dal deficit sanitario con il conseguente blocco del turn over e tutta l’attività medica ha subito un forte rallentamento. Ora, è necessario che tutti i sindaci chiedano un atto di indirizzo contenente disposizioni e scelte programmatiche per il servizio sanitario, ma non un atto legislativo ,per evitare che il governo lo impugni, visto che la sanità è commissariata”.
L’ultimo contributo esterno è stato quello di Paolo Di Lella, giornalista e caporedattore de IL Bene Comune, il quale ha dichiarato: “La sanità pubblica sta venendo meno e bisogna chiedersi perché i finanziamenti stanno finendo. Voglio fare una denuncia rivolta alla politica, che è responsabile della situazione in cui ci troviamo. Però, una sanità pubblica è ancora possibile, perché ci sono ancora fonti a disposizione. Nel 2006, ogni cittadino molisano aveva a disposizione 2000 euro pro capite. Ci vogliono far credere che il problema risiede nel debito, ma non ci dicono come si è formato e, soprattutto, chi ne è responsabile.
Facendo un passo indietro, bisogna dire che la gestione della sanità da parte di Iorio è stata un po’ “allegra”, tra progressi di carriera e incentivi per mandare in pensione primari d’eccellenza che sono stati poi dirottati verso strutture private. Dunque, si è tenuto in considerazione tutto, tranne che la salute dei cittadini. Successivamente, Frattura ha fatto una “bella” rivoluzione, attivando solo la pars destruens del suo piano, operando tagli. C’è troppo divario tra i finanziamenti riservati alla sanità privata e quelli riservati a quella pubblica, con un rapporto di 6 a 4.
Le malattie oncologiche e quelle cardiache sono le più diffuse e redditizie e, guarda caso, i reparti deputati alla loro cura sono stati chiusi nel settore pubblico e confluiti nel privato, cioè nella Cattolica. Voglio ricordare che, durante il governo Frattura, Carmine Ruta fece un piano che ridimensionava la parte di soldi destinati al privato, ma, fu stranamente rimosso e sostituito da Percopo, per intervento di Aldo Patriciello. Allora, non possiamo lasciare la sanità nelle mani di chi si preoccupa solo del proprio profitto e non di un bene comune come la salute dei cittadini. Per uscire da questa situazione ci vuole un’azione democratica, attribuendo più potere al popolo; bisogna promuovere un audit popolare sul debito pubblico e il POS deve vedere la partecipazione di operatori sanitari e utenti”.
Subito dopo, la consigliera di maggioranza Fernanda De Guglielmo, ha proposto un emendamento relativo all’apertura di un tavolo di confronto con il Presidente della Regione Donato Toma, L’Assessore alla Sanità della Regione Molise, il Ministro della salute Giulia Grillo e quello dell’Interno Matteo Salvini. Il suo intervento ha portato a chiedere una breve sospensione del Consiglio proprio per integrare la mozione all’Ordine del Giorno. Riaperta l’Assise, l’ex sindaco Sbrocca, ribadendo che il Consiglio monotematico era stato chiesto dalla minoranza, ha affermato: “Noi abbiamo proposto anche la partecipazione dei Governatori regionali succedutisi nel tempo, dunque Iorio, Frattura e l’attuale Presidente Toma, ma a poche ore dal Consiglio, Frattura è stato escluso. Si è trattato, a mio avviso, di un atto politico del tutto inutile, perché la sanità non deve avere colore politico. Bisogna dare delle risposte concrete alla popolazione, che deve essere inclusa in questa battaglia a favore della sanità pubblica”.
Tra i vari interventi della minoranza, la consigliera Marcella Stumpo, Rete della Sinistra, ha affermato: “Ritengo che la storia della distruzione della sanità è nazionale. In Molise, però, è iniziata addirittura nel 1995, quando comparvero i primi piani sanitari che parlavano di politica di rientro e ristrutturazione. In virtù di questo, ci fu chi, considerato un pazzo visionario, venne a Termoli per avvisare i dipendenti, i medici e il personale dell’ospedale circa i rischi di quel percorso pericoloso. Oggi, dopo 24 anni, siamo qui a parlare di macerie, quelle di un diritto umano dichiarato incomprimibile, cioè che non può essere tolto o ridotto per nessuna ragione.
Non dobbiamo nasconderci: il problema della sanità in Molise è nato quando è entrata in gioco la parola “azienda”, che ha introdotto il concetto di merce rispetto a questo diritto fondamentale. Voglio che sia messo a verbale che la salute non è un costo e questo concetto non deve passare, perché anche tenendo conto anche del fatto che a livello nazionale si parla di autonomia differenziata, il Molise potrebbe arrivare a non esistere più. Bisogna chiedersi, però, dov’era la popolazione quando tutto è iniziato; solo adesso ci si rende conto di aver perso ciò che era nostro.
Non dobbiamo negare il macigno che ci portiamo dietro con quel 46% di fondi dati alla sanità privata, che ormai ha sostituito quella pubblica; bisogna avere il coraggio di fare i nomi di chi ha permesso tutto questo, così come ha fatto oggi Paolo di lella. Il Molise è il laboratorio del peggio. Dobbiamo urlare a gran voce che non siamo più disposti ad accettare questo drenaggio di risorse, colpa di una scelta politica che nessuno ha fermato. La sanità non è questione di colore politico! La sanità è pubblica!”.
Dopo i vari contributi, maggioranza e opposizione hanno votato all’unanimità l’emendamento recepito all’ordine del giorno, decidendo di richiedere un tavolo di confronto tra i rappresentanti della regione Molise e quelli del Governo. A conclusione dei lavori, il sindaco Roberti ha dichiarato: “C’è bisogno di uno scatto di orgoglio patriottico, altrimenti scompariremo come popolo. A livello nazionale ci sono troppe lobby, troppi soldi che fanno gola a molti. Bisogna reagire e combattere e io sono pronto a impegnarmi, perché non sono solo. Occorre fare la politica che ci hanno insegnato i nostri padri fondatori: quella che ha come obiettivo il bene di tutti”.
Anna Maria Di Pietro90 Posts
Nata a Roma (Rm) nel 1973, studi classici, appassionata lettrice e book infuencer, si occupa di recensioni di libri e di interviste agli autori, soprattutto emergenti.
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